ANALISI DELLE HOLDING NEL BILANCIO AL 31 DICEMBRE 2023

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Data
19.05.2024

Autore
Matteo Rinaldi

Nel contesto dei Bilanci al 31 dicembre 2023, le Holding necessitano di un’analisi scrupolosa, sia sotto il profilo civilistico che fiscale. Questo include un’esame dettagliato delle Holding che gestiscono partecipazioni e dei requisiti specifici che ne derivano.

IL BILANCIO 2023 E LE HOLDING: ANALISI E VERIFICHE NECESSARIE

Nel delineare i Bilanci di Esecizio al 31 dicembre, è fondamentale concentrarsi sulle Holding e le loro partecipazioni. Queste valutazioni riguardano aspetti legali e fiscali che non vanno trascurati.

Per le Holding, l’analisi della loro classificazione come “enti di investimento” o più comunemente “imprese di partecipazione finanziaria” è imprescindibile. Queste ultime sono escluse dagli alleggerimenti contabili riservati alle micro imprese come descritto nell’art. 2435-ter comma 5 c.c., e dunque devono predisporre sia la Nota integrativa sia la Relazione sulla gestione.

Le “imprese di partecipazione finanziaria” sono definite nell’art. 2, n. 15, della direttiva 2013/34/UE come le imprese che si occupano esclusivamente di acquisire partecipazioni e di gestirne il valore senza interferenze dirette o indirette nella gestione delle società partecipate.

Importante è poi distinguere tra Holding statiche, che possiedono partecipazioni e partecipano alle assemblee dei soci esercitando diritti di voto senza influenzare le decisioni delle società partecipate, e Holding attive, che offrono servizi alle società partecipate e che possono beneficiare delle semplificazioni per le micro imprese. Invece, le Holding miste svolgono altre attività oltre alla detenzione di partecipazioni, come la gestione immobiliare.

Fiscalmente parlando, le distinzioni seguono altri criteri. L’articolo 162-bis del TUIR, invariato dalla riforma fiscale in corso, regolamenta le “società di partecipazione” distinguendo tra finanziarie e non finanziarie in base alla natura dell’attività delle partecipate.

CHIARIMENTO DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

Secondo quanto chiarito dall’Agenzia delle Entrate nella risposta a interpello n. 40/2021, l’analisi per definire una Holding srl si articola in due passaggi fondamentali:

– Per iniziare, si esamina se il valore globale delle partecipazioni supera il 50% dell’attivo dell’azienda; se il risultato è affermativo, la Holding si configura come società di partecipazione ai sensi dell’articolo 162-bis del TUIR;

– Successivamente, si valuta se la società ricade nella categoria delle Holding finanziarie o industriale, determinando quale gruppo di partecipazioni prevale (considerando il numero delle partecipazioni detenute, non la proporzione dell’attivo totale).

Ad esempio, se il patrimonio totale di una società ammonta a 400.000€, composto da partecipazioni finanziarie per 120.000€, partecipazioni industriali per 170.000€ e altre attività per 110.000€:

– La società viene classificata come società di partecipazione (dato che le partecipazioni totalizzano 290.000€, oltre il 50% dell’attivo);

– In particolare, essa è identificata come una società di partecipazione non finanziaria, avendo una maggiore incidenza delle partecipazioni in società industriali, anche se rappresentano meno della metà dell’attivo complessivo.

Per eseguire correttamente i test descritti, si devono considerare unicamente le partecipazioni iscritte tra le immobilizzazioni finanziarie, includendo, secondo l’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate (rif. risposte a interpello n. 266/2021 e n. 363/2021), anche quelle partecipazioni trasferite all’attivo circolante in previsione della loro liquidazione; il valore da prendere in considerazione è quello di bilancio, eventualmente modificato da svalutazioni o rivalutazioni.

Leggi anche: Holding: adempimenti comunicativi

Ogni categoria di società delineata dall’articolo 162-bis del TUIR presenta un insieme di normative fiscali specifiche, a cui la relativa Holding deve aderire. Questo comporta alcune complicazioni, dal momento che i test menzionati devono essere ripetuti ogni anno, potendo portare a un cambiamento nella qualificazione fiscale della società nel tempo.

È importante anche ricordare che le definizioni di Holding in ambito giuridico e fiscale operano su livelli completamente distinti. Di conseguenza, una classica Holding familiare che detiene partecipazioni in società operative potrebbe essere definita come un’impresa di partecipazione finanziaria a livello giuridico e come una società di partecipazione non finanziaria a livello fiscale.

Questo apparente paradosso si spiega con le diverse finalità delle norme applicate: da un lato individuare schemi di bilancio e criteri di valutazione, e dall’altro definire le regole fiscali sostanziali (come l’IRAP) e gli obblighi accessori (quali le comunicazioni all’Anagrafe tributaria).

Fonte articolo: Eutekne

IN CONCLUSIONE

Per le Holding, l’analisi approfondita dell’oggetto sociale, dello statuto e dei codici ateco, sono un passo imprescindibile, così come lo è il calcolo del Test di prevalenza, per delineare in modo accurato gli obblighi tributari sopra esposti.

Risulta, perciò, di vitale importanza per le Holding avvalersi di esperti qualificati per interpretare e applicare le norme con precisione, assicurando una corretta comunicazione con l’Amministrazione Finanziaria e la gestione degli adempimenti all’Anagrafe Rapporti in maniera efficace e in regola con la legge.

Queste procedure si inseriscono in un contesto normativo complesso, che stabilisce molteplici termini e doveri per le imprese, mirando a promuovere la trasparenza e l’integrità nelle attività economico-finanziarie. Le Holding sono tenute a monitorare con attenzione gli adempimenti fiscali, per prevenire penalità e consolidare un rapporto solido e corretto con l’Agenzia delle Entrate.

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