RIPARTIRE DOPO LA CRISI O CANCELLAZIONE DI UNA SOCIETÀ: QUALI STRATEGIE?

Analisi di Bilancio
Data
06.10.2023
Autore
Matteo Rinaldi

La cancellazione di una società non elimina le responsabilità fiscali e legali di amministratori, liquidatori o soci, con debiti che possono causare pignoramenti e segnalazioni nelle centrali rischi. Questi problemi emergono da una liquidazione non corretta o da procedimenti legali ancora in corso. Tuttavia, esistono soluzioni per ripartire con una nuova attività d’impresa. Un caso trattato è quello di un imprenditore che, tramite una Holding LTD e una nuova SRL, è riuscito a ripartire con una struttura protetta e stabile.

CRISI, CHIUSURA E RILANCIO: COME RIPARTIRE DOPO LA CANCELLAZIONE DI UNA SOCIETÀ

La cancellazione di una società dal Registro delle Imprese non mette necessariamente fine a tutte le responsabilità legali e fiscali dei soggetti coinvolti. Le obbligazioni non saldate, soprattutto quelle fiscali, possono infatti ricadere direttamente sugli amministratori, liquidatori o soci della società estinta. Questa situazione si verifica frequentemente quando il processo di liquidazione non è stato gestito in modo accurato o quando la società, al momento della cancellazione, è ancora oggetto di procedimenti legali, come accertamenti fiscali o azioni di recupero crediti da parte di fornitori e istituti finanziari.

In tali circostanze, gli imprenditori spesso si trovano esposti a rischi personali, con gravi conseguenze patrimoniali e legali. Possono infatti subire pignoramenti, segnalazioni nelle centrali rischi bancarie e azioni esecutive sui propri beni. Questi eventi non solo compromettono la situazione finanziaria personale, ma possono anche creare un senso di isolamento e frustrazione, rendendo più difficile ripartire con una nuova attività.

Tuttavia, è importante sapere che esistono strategie avanzate per gestire queste situazioni. Attraverso una corretta pianificazione patrimoniale e l’adozione di soluzioni giuridiche innovative, è possibile tutelarsi dalle responsabilità future e costruire una base solida per la ripartenza imprenditoriale. Questo articolo esplora in dettaglio le dinamiche legate alla responsabilità patrimoniale post-cancellazione e presenta un caso pratico di rilancio aziendale.

Se ti trovi in una situazione di difficoltà e vuoi comprendere meglio come ripartire proteggendo il tuo patrimonio, ti invitiamo a leggere l’articolo fino in fondo. Ogni passo può fare la differenza tra rimanere bloccati o tornare a crescere con successo.


L’EFFICACIA DELLA CANCELLAZIONE SOCIETARIA

La cancellazione di una società comporta conseguenze giuridiche rilevanti. Ai sensi dell’articolo 2495 del Codice Civile, l’estinzione formale della società comporta la perdita della sua capacità giuridica. Ciò significa che l’ente non può più essere destinatario di notifiche fiscali o giudiziarie e non può più intraprendere azioni legali in proprio nome. Tuttavia, la normativa prevede che eventuali obbligazioni residue siano trasferite ai soggetti che hanno rivestito ruoli di responsabilità all’interno della società, come i soci o i liquidatori.

L’effetto costitutivo dell’estinzione implica che la società non sia più in grado di agire né di essere convenuta in giudizio. Tuttavia, questo principio non protegge automaticamente gli interessi dei creditori. In caso di obbligazioni non saldate, questi ultimi possono agire nei confronti dei soggetti responsabili, specialmente per crediti privilegiati o tributari. In particolare, i soci possono essere chiamati a rispondere entro i limiti di quanto percepito dal bilancio finale di liquidazione, mentre i liquidatori rispondono personalmente per eventuali omissioni nella gestione delle priorità di pagamento.

Principali implicazioni giuridiche:

  1. Effetto costitutivo: La cancellazione della società determina l’estinzione definitiva della persona giuridica, anche in presenza di rapporti giuridici irrisolti. Tuttavia, i creditori possono avviare azioni esecutive contro i soci o i liquidatori, rispettando i termini di legge, per recuperare i propri crediti insoddisfatti.
  2. Validità degli atti fiscali: Gli atti fiscali notificati a una società estinta non producono effetti giuridici, essendo considerati nulli. Tuttavia, l’Amministrazione finanziaria può notificare direttamente ai soci o agli amministratori atti di accertamento, riscossione e contestazione, secondo quanto previsto dall’articolo 28, comma 4, del Decreto Legislativo n. 175/2014. Tale normativa concede un termine di cinque anni per l’esercizio delle pretese fiscali nei confronti degli ex soggetti responsabili.

Questo scenario evidenzia l’importanza di una gestione accurata della liquidazione societaria, volta a garantire la conformità legale e a ridurre il rischio di responsabilità patrimoniali per i soggetti coinvolti.


EFFETTO SUCCESSORIO PER DEBITI TRIBUTARI DELLA SOCIETÀ CANCELLATA

La cancellazione di una società dal Registro delle Imprese non determina automaticamente la cessazione di tutti i rapporti giuridici. I debiti fiscali e contributivi, infatti, possono essere trasferiti a soggetti che hanno ricoperto ruoli di responsabilità, quali i soci e i liquidatori, con rilevanti conseguenze patrimoniali. Questo trasferimento è finalizzato a garantire la tutela del credito erariale, soprattutto quando il patrimonio della società non è sufficiente a soddisfare le obbligazioni residue.

Il fenomeno successorio nelle obbligazioni fiscali si verifica in circostanze specifiche e non in modo automatico. È disciplinato da normative che attribuiscono ai creditori strumenti per agire contro i responsabili in presenza di determinate condizioni.

Meccanismi di responsabilità successoria:

  1. Trasferimento ai soci: I soci rispondono delle obbligazioni sociali nei limiti dei beni o delle somme percepite durante la liquidazione, ai sensi dell’articolo 2495 del Codice Civile. Tuttavia, se la loro responsabilità era illimitata, come nel caso delle società di persone, essi possono essere chiamati a rispondere per l’intero ammontare dei debiti, indipendentemente dalle somme ricevute. La responsabilità è di natura successoria e i creditori possono esercitarla tramite atti di accertamento o recupero, dimostrando la percezione di utili o beni da parte dei soci. I soci, a loro volta, possono opporsi dimostrando l’assenza di distribuzioni.
  2. Responsabilità dei liquidatori: I liquidatori sono tenuti a rispettare l’ordine di priorità dei crediti, privilegiando quelli fiscali e contributivi. Qualora omettano tale obbligo, possono essere ritenuti personalmente responsabili per i debiti non saldati. Tale responsabilità è limitata al valore dei crediti non soddisfatti a causa di una gestione non conforme delle operazioni di liquidazione. L’Agenzia delle Entrate o altri enti impositori possono agire contro i liquidatori richiedendo la dimostrazione delle modalità di gestione dei pagamenti. Una corretta documentazione delle operazioni effettuate diventa essenziale per prevenire contestazioni.

La responsabilità successoria impone una gestione accurata della fase di liquidazione. È indispensabile rispettare le priorità di pagamento, redigere un bilancio finale chiaro e mantenere una tracciabilità completa delle operazioni. Solo una gestione conforme alle norme può limitare i rischi di future azioni legali o responsabilità personali per i soggetti coinvolti.


RESPONSABILITÀ PATRIMONIALE DEI SOCI E DEI LIQUIDATORI

L’articolo 36 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 602/1973 stabilisce che, in caso di debiti fiscali non saldati dopo la cancellazione di una società, l’Agenzia delle Entrate può agire direttamente nei confronti di soci e liquidatori. Tale misura tutela il credito erariale, attribuendo responsabilità proporzionate a eventuali somme o beni percepiti durante la liquidazione.

  1. I soci sono responsabili nei limiti dei beni ricevuti dalla liquidazione. L’Agenzia deve dimostrare che i soci abbiano beneficiato di distribuzioni patrimoniali nonostante l’esistenza di debiti fiscali non soddisfatti. Tuttavia, se il debito non era noto o prevedibile al momento della liquidazione, i soci possono opporsi fornendo adeguata documentazione.
  2. I liquidatori sono responsabili quando violano le norme di priorità nei pagamenti, privilegiando creditori diversi da quelli erariali. La loro responsabilità è limitata al valore dei beni mal gestiti. Per difendersi, devono dimostrare che le operazioni siano state condotte nel rispetto delle disposizioni legali, garantendo tracciabilità e trasparenza.

ESEMPIO DI SOLUZIONE: DALL’INCUBO DEL FALLIMENTO A UNA NUOVA OPPORTUNITÀ

Un imprenditore piemontese, operante da anni nel settore delle cave, ha visto la sua attività crollare sotto il peso di debiti fiscali e contenziosi legali con fornitori e istituti di credito. La situazione degenerò fino alla dichiarazione di fallimento della sua SRL. A ciò si aggiunsero azioni di responsabilità promosse contro di lui, che lo dichiaravano direttamente responsabile come socio unico e amministratore della SRL del dissesto finanziario. Le segnalazioni nelle centrali rischi finanziari e i pignoramenti di alcuni beni personali segnarono l’ulteriore tracollo della sua posizione. Ogni possibilità di accedere a credito o di avviare una nuova attività sembrava svanita.

Questo scenario, unito a pressioni legali e personali sempre più soffocanti, mise l’imprenditore in una condizione di profondo sconforto. Il suo nome era ormai associato al fallimento, generando diffidenza tra partner commerciali e finanziatori. Disperato e privo di soluzioni, decise di rivolgersi a Matteo Rinaldi, esperto di strategie societarie e patrimoniali, per cercare una via d’uscita. Matteo Rinaldi dopo un’analisi approfondita del quadro generale, delineò un piano strategico per permettergli di ripartire.

La strategia elaborata si fondò sulla separazione formale dell’imprenditore dalla nuova struttura societaria, attraverso la creazione di una Holding LTD con sede a Londra, interamente controllante una nuova SRL operativa in Italia. La Holding venne costituita per fungere da entità finanziaria e strategica, assicurando protezione giuridica e patrimoniale. Per rafforzare tale protezione, Matteo Rinaldi nominò fiduciari come amministratori della Holding, garantendo riservatezza e separazione tra l’imprenditore e la nuova attività.

La nuova SRL, operante sempre nel settore delle cave, fu costituita in Piemonte con capitali provenienti dalla Holding. Per assicurare una gestione trasparente e conforme alle normative, venne nominato un amministratore esterno, responsabile della governance e della supervisione amministrativa e finanziaria. L’imprenditore, per evitare il rischio di nuove azioni di responsabilità, non compariva tra i soci o nel consiglio di amministrazione. Tuttavia, venne assunto come dipendente con il ruolo di responsabile commerciale, potendo così continuare a gestire le relazioni con i clienti e a sviluppare il business.

Questa soluzione, seppur ridimensionando formalmente il controllo diretto dell’imprenditore sulle attività, gli permise di tornare a operare nel settore senza esporsi a ulteriori rischi patrimoniali. La struttura societaria, dotata di una governance solida, ottenne rapidamente la fiducia dei partner commerciali, favorendo la stipula di nuovi contratti e il consolidamento dei rapporti con fornitori e clienti. Con il progressivo ripristino della stabilità finanziaria, l’azienda poté anche esplorare nuove opportunità di mercato, sostenuta dalla capacità gestionale e strategica della holding.

Questa strategia offrì all’imprenditore una seconda possibilità, consentendogli di ricostruire gradualmente la propria posizione professionale. Pur non essendo più esposto in prima linea nella gestione, poté concentrarsi su ciò che sapeva fare meglio: espandere il portafoglio clienti e garantire la crescita operativa. Oggi, grazie a questa struttura, l’imprenditore ha riacquistato serenità economica, stabilità familiare e un ruolo attivo nel settore, seppur sotto un diverso profilo giuridico e organizzativo.

La vicenda dimostra come una pianificazione strategica mirata possa trasformare anche le situazioni più difficili in opportunità di rilancio. Affidarsi a consulenti esperti consente di trovare soluzioni che proteggano il patrimonio personale, garantiscano conformità normativa e offrano solide basi per una nuova iniziativa imprenditoriale. Se ti trovi in una situazione di difficoltà simile e temi che non ci siano alternative, richiedere una consulenza strategica può essere il passo decisivo per cambiare il tuo futuro.


CONCLUSIONI

La cancellazione di una società o il fallimento, per quanto eventi traumatici, non devono segnare la fine della carriera di un imprenditore. Questi eventi, se affrontati con una pianificazione strategica e il supporto di professionisti qualificati, possono essere trasformati in opportunità per ripartire in modo più sicuro e consapevole.

La protezione del patrimonio personale e il rispetto delle normative giuridiche e fiscali sono elementi fondamentali per evitare ulteriori complicazioni e per costruire una nuova esperienza imprenditoriale solida e strutturata.

Attraverso strategie mirate, come la costituzione di una Holding internazionale, è possibile creare una struttura protetta che consenta di isolare i rischi e garantire riservatezza. Separare l’imprenditore dalle responsabilità amministrative dirette permette di rilanciare le attività senza dover temere nuove azioni legali o finanziarie.

Leggi anche: Intervista a Matteo Rinaldi: “Con esperienza e competenza aiutiamo chi ha il coraggio di provare a crescere come azienda” – Milano Finanza

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