CHIARA FERRAGNI E LA SOCIETÀ SEMPLICE IMMOBILIARE: FACCIAMO UN ANALISI
30.03.2024
Matteo Rinaldi
La figura di Chiara Ferragni, celebre influencer e imprenditrice digitale, si trova spesso al centro di dibattiti mediatici che vanno oltre il suo impatto nel mondo della moda e dei social media. L’ultimo tema di discussione riguarda la gestione di un lussuoso immobile a Milano tramite una Società Semplice.
IL FENOMENO DELLA SOCIETA’ SEMPLICE E HOLDING NEL MONDO IMMOBILIARE DI CHIARA FERRAGNI
La figura di Chiara Ferragni, celebre influencer e imprenditrice digitale, si trova spesso al centro di dibattiti mediatici che vanno oltre il suo impatto nel mondo della moda e dei social media.
L’ultimo tema di discussione riguarda la gestione di un lussuoso immobile a Milano tramite una Società Semplice, una pratica comune nella gestione patrimoniale ma che ha suscitato interesse per le sue implicazioni.
La scoperta che l’elegante “mega-attico” nel distretto City Life di Milano, abitato da Ferragni, è di proprietà della Ferragni Enterprise Ss ha alimentato il dibattito sulla trasparenza e sulle scelte finanziarie delle personalità pubbliche. La Ferragni Enterprise Ss opera sotto il controllo della Holding Sisterhood Srl, con una quota di possesso quasi totale, mentre una minima parte è detenuta da Marina Di Guardo, madre di Chiara Ferragni.
Il caso di Chiara Ferragni è emblematico di come le figure pubbliche oggi debbano navigare complesse questioni societarie legate alla gestione del proprio patrimonio.
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Al di là delle questioni specifiche riguardanti la Ferragni, la gestione di un immobile tramite Società Semplice, in questo contesto, diventa un caso studio interessante per comprendere meglio le sfide e le opportunità che caratterizzano il panorama economico e mediatico contemporaneo.
LA STRUTTURA PATRIMONIALE DELLO “SCHEMA FERRAGNI”
La discussione intorno alla struttura patrimoniale di Chiara Ferragni, nota influencer italiana, offre uno spaccato interessante sull’uso delle Holding e delle società di partecipazione nel mondo degli affari contemporaneo.
Attraverso la sua Sisterhood Srl, Ferragni ha saputo costruire un impero economico che sfrutta le opportunità offerte dalla legislazione italiana per ottimizzare la gestione fiscale delle attività imprenditoriali. La Sisterhood Srl, agendo come una Holding, detiene partecipazioni in altre società operative, come la Fenice Srl e la Tbs Crew Srl, ma anche in una Società Semplice, configurando così una rete aziendale strategica e ben pianificata. Il cosiddetto “schema Ferragni” rappresenta un modello di gestione patrimoniale che, nonostante le critiche relative alla sua efficienza fiscale, si mantiene all’interno dei confini della legalità, sfruttando le normative vigenti a favore degli imprenditori.
La controversia nasce principalmente dalla percezione pubblica riguardo al vantaggio fiscale che tale schema sembra offrire, con una pressione fiscale ridotta al minimo.
Tuttavia, è fondamentale comprendere che questo tipo di pianificazione fiscale è accessibile a tutti gli imprenditori che decidono di organizzare le proprie attività in modo simile, e non è una prerogativa esclusiva delle celebrità o delle figure pubbliche. L’approccio di ottimizzazione fiscale adottato da Chiara Ferragni, attraverso lo schema descritto, riflette una strategia legale e accuratamente pianificata per massimizzare l’efficienza fiscale delle sue attività imprenditoriali. L’utilizzo del regime PEX (“Participation exemption”), che consente di non imputare al reddito imponibile il 95% degli utili derivanti dalle partecipazioni qualificate, rappresenta un esempio di come le leggi fiscali possano essere utilizzate a favore degli imprenditori per supportare la crescita e lo sviluppo delle loro aziende. Questo non solo dimostra l’acume finanziario di Ferragni ma anche l’importanza di avvalersi di consulenti specializzati in ambito finanziario e legale per navigare nel complesso sistema fiscale.
La struttura societaria adottata da Ferragni, con società operative che generano profitti e una Holding che gestisce asset immateriali e incassa royalties, è una pratica comune tra le imprese che cercano di ottimizzare le loro strutture fiscali. L’investimento in immobili, attraverso la Società Semplice, e l’acquisto di proprietà di prestigio come l’attico a Milano, nella quale vive con la propria famiglia a spese della sua Holding possano essere visti come una diversificazione degli investimenti e una protezione del patrimonio. Sebbene possa sembrare che ciò avvenga a spese della Holding, in realtà, riflette una gestione patrimoniale strategica che si allinea con le normative fiscali vigenti.
L’approccio di Ferragni, pur suscitando interrogativi sulla distribuzione degli utili e l’uso dei fondi aziendali per acquisti personali, rimane all’interno del quadro legale dell’ottimizzazione fiscale. Questo evidenzia l’importanza di comprendere in profondità le leggi fiscali e di avvalersi di consulenze specializzate per guidare le decisioni imprenditoriali.
La distinzione tra l’elusione fiscale, che è illegale, e l’ottimizzazione fiscale, che si muove entro i confini della legge per ridurre il carico fiscale, è cruciale. Ferragni, con il suo “schema”, dimostra di navigare con abilità quest’area complessa, ottenendo vantaggi legali per la propria impresa e per sé stessa.
SOCIETÀ PARTECIPATE IN ALTRE IMPRESE: ANALISI DEL CASO FERRAGNI
La struttura descritta, che vede la presenza di una Holding a capo di società operative e di una Società Semplice per la gestione di beni immobili, è un esempio di come le aziende possano organizzare le proprie attività per ottimizzare la gestione delle risorse. La possibilità per le società di capitali di partecipare in società di persone, introdotta con il Decreto Legislativo 6 del 17/1/2003 – c.d. “Riforma del diritto societario”, ha aperto nuove vie per la configurazione delle strutture societarie, permettendo una maggiore flessibilità nella gestione degli asset aziendali e delle responsabilità.
La gestione delle royalties e l’utilizzo dei brand, specialmente quando legati all’immagine di personaggi noti, come nel caso di Chiara Ferragni, richiede una particolare attenzione sotto il profilo della pianificazione fiscale. L’incasso di royalties può infatti costituire una fonte significativa di entrate, che necessita di una gestione oculata per massimizzare l’efficienza fiscale, mantenendo nel contempo la conformità alle normative vigenti. La decisione di utilizzare gli utili generati dalle attività operative per finanziare altri rami dell’impresa, come la gestione di proprietà immobiliari, può rientrare in una strategia di investimento a lungo termine, mirata alla diversificazione e alla stabilizzazione delle entrate.
Tuttavia, la questione sollevata riguardo all’acquisto di beni immobili di lusso e alla possibile elusione fiscale attraverso la distribuzione degli utili all’interno del gruppo solleva interrogativi importanti sulla trasparenza e l’etica aziendale. La giurisprudenza ha chiarito alcuni aspetti legati alla partecipazione di società a responsabilità limitata in società di persone, escludendo la necessità di autorizzazione preventiva dei soci per tali operazioni.
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Questo enfatizza l’importanza del ruolo degli amministratori nella gestione delle partecipazioni e nella relativa comunicazione agli stakeholder, attraverso la nota integrativa del bilancio. La trasparenza e il rispetto delle normative in materia fiscale e societaria sono fondamentali per garantire la sostenibilità a lungo termine dell’impresa.
OGGETTO DELL’ATTIVITÀ DELLA SOCIETÀ SEMPLICE
La Società Semplice rappresenta una forma societaria particolare all’interno del panorama giuridico italiano, distinta nettamente dalle società di capitali e dalle altre forme di società di persone, come la società in nome collettivo (Snc) e la società in accomandita semplice (Sas). La sua peculiarità risiede principalmente nell’oggetto dell’attività che può svolgere, la quale è delineata in termini molto più ristretti rispetto alle possibilità offerte ad altre forme societarie.
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L’oggetto dell’attività di una Società Semplice è caratterizzato dalla possibilità di esercitare attività economiche che non assumono la forma di attività commerciale. Questo significa che la Società Semplice può occuparsi di gestire il proprio patrimonio immobiliare, mfinanziario o svolgere attività che non necessitano di una strutturata organizzazione imprenditoriale.
Un esempio lampante di attività economica, come menzionato, è la locazione di immobili di proprietà. Questo tipo di attività, pur essendo orientato alla generazione di profitto, si distingue per la mancanza di una vera e propria struttura organizzativa complessa, rimanendo quindi all’interno dei confini di operatività consentiti a una società semplice. Importante è sottolineare che, sebbene la Società Semplice possa partecipare a società di persone con oggetto commerciale, essa mantiene la sua natura e le sue limitazioni in termini di attività svolgibili.
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Questo aspetto è fondamentale per la comprensione del ruolo che la Società Semplice può giocare nel contesto economico e imprenditoriale. Essa si configura come una struttura flessibile, ideale per la gestione di patrimoni o per l’esercizio di attività economiche non imprenditoriali, offrendo un modello organizzativo alternativo che preserva le caratteristiche di semplicità e di non commercialità.
SOCIETÀ SEMPLICE DI MERO GODIMENTO: IL CASO DA ANALIZZARE
La questione della Società Semplice di mero godimento rappresenta un argomento di notevole interesse nell’ambito del diritto commerciale, in particolare per quanto concerne l’interazione tra la natura commerciale di alcune attività e la possibile partecipazione di società commerciali in società il cui scopo primario non è la generazione di profitto ma, al contrario, il godimento dei beni. La partecipazione di una società commerciale a una Società Semplice di mero godimento solleva, quindi, questioni rilevanti riguardo alla compatibilità tra gli scopi commerciali dell’una e gli scopi non commerciali dell’altra. Il Codice civile italiano, attraverso gli articoli 2247 e 2248, sembra porre dei limiti all’utilizzo della forma societaria per fini di mero godimento.
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Tuttavia, l’evoluzione giurisprudenziale e le modifiche legislative hanno progressivamente riconosciuto e facilitato la creazione e la trasformazione di società commerciali in Società Semplici che perseguono il mero godimento dei beni, estendendo il concetto di godimento anche a forme passive e indirette. Questa apertura ha permesso di superare la visione tradizionale che legava le società esclusivamente a scopi di lucro, accogliendo una diversificazione degli obiettivi societari che può includere anche il godimento dei beni.
Di conseguenza, si assiste a una progressiva accettazione della figura della Società Semplice di mero godimento nel panorama giuridico, la quale, se da un lato può apparire in contrasto con la natura strettamente commerciale di alcune attività, dall’altro rappresenta un’evoluzione normativa e interpretativa che riconosce la pluralità degli interessi e degli scopi perseguiti dalle società e dai loro soci. Questo ampliamento di orizzonti contribuisce a una maggiore flessibilità nel diritto societario, permettendo di adattare le strutture societarie alle mutevoli esigenze economiche e personali dei soci.
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