STRUMENTI DI PROTEZIONE E PASSAGGIO DEL PATRIMONIO: LE POLIZZE UNIT LINKED

Analisi di Bilancio
Data
24.11.2023
Autore
Matteo Rinaldi

Le polizze Unit Linked sono strumenti assicurativi che destano un interesse particolare sia dal punto di vista giuridico che fiscale. Questi strumenti, integrano una combinazione unica di elementi finanziari e previdenziali all’interno dello stesso contratto. Sfruttando appieno questa doppia natura, le polizze Unit Linked offrono un’opportunità eccezionale per la protezione e la trasmissione del proprio patrimonio in modo innovativo.

 

POLIZZE UNIT LINKED: OCCASIONE ECCEZIONALE PER PROTEGGERE IL TUO PATRIMONIO IN MODO INNOVATIVO

Le polizze Unit Linked sono strumenti assicurativi che presentano un interesse particolare dal punto di vista giuridico e fiscale. All’interno dello stesso contratto, la combinazione di diverse cause può portare, a seconda dei casi, a un prevalere dell’aspetto finanziario rispetto a quello previdenziale, con conseguenze sia legali che tributarie.

Questi presupposti normativi hanno favorito l’utilizzo frequente delle Unit Linked nel contesto successorio e nella protezione del patrimonio, ma hanno anche richiamato l’attenzione dell’amministrazione finanziaria sulle possibili situazioni di abuso di questo strumento. Pertanto, è fondamentale tenere presente le diverse pronunce giurisprudenziali al momento di stipulare un contratto assicurativo con tali caratteristiche.

ASPETTI LEGALI E FISCALI

Una polizza Unit Linked è un contratto assicurativo sulla durata della vita umana che offre prestazioni in forma variabile. Questo tipo di polizza rientra nel ramo III delle polizze vita, come definito dall’art. 2 del D.lgs. 209/2005. Ciò significa che le prestazioni principali della polizza sono collegate al valore di organismi di investimento collettivo del risparmio, fondi interni, indici o altri valori di riferimento.

Un aspetto peculiare delle polizze Unit Linked è la tutela garantita dall’art. 1923 del Codice civile, che rende le attività unit linked non pignorabili. Dal punto di vista fiscale, manca una norma di definizione generale degli strumenti assicurativi. Tuttavia, l’art. 44 del Tuir classifica come redditi di capitale i redditi derivanti dai contratti di assicurazione sulla vita. Inoltre, l’art. 34 del DPR 601/1973 prevede l’esenzione dall’imposta sul reddito delle persone fisiche per i capitali percepiti in caso di morte in dipendenza di assicurazioni sulla vita. Le modifiche introdotte dalla Legge 190/2015 hanno stabilito che solo le somme percepite in eccesso rispetto al rischio demografico siano soggette a tassazione come reddito di capitale.

Pertanto, si ha una tassazione mista che tiene conto della componente finanziaria delle polizze unit linked. È importante anche considerare l’esclusione dall’attivo ereditario delle indennità spettanti agli eredi in virtù di assicurazioni previdenziali obbligatorie o stipulate dal defunto. L’inquadramento delle somme percepite in forza di polizze sulla vita come redditi di capitale offre la possibilità di ottimizzare il carico fiscale, evitando ritenute di imposta o di acconto sui proventi e permettendo la compensazione tra forme reddituali diverse. È possibile applicare l’imposta sostitutiva anche a proventi finanziari che altrimenti scontano l’aliquota marginale Irpef.

POLIZZE UNIT LINKED: L’INTERPRETAZIONE DELLO STRUMENTO ASSICURATIVO

Le polizze Unit Linked sono uno strumento assicurativo che, purtroppo, negli ultimi anni ha subito un uso improprio e abusivo, portando alle attenzioni delle autorità e all’attivazione di meccanismi sanzionatori. Sia l’UIF (Ufficio di informazione finanziaria) che l’amministrazione finanziaria hanno intensificato i controlli su queste polizze, spesso utilizzate per fini di riciclaggio o dissimulazione della proprietà effettiva. Inoltre, l’Agenzia delle Entrate ha attribuito rilevanza reddituale ai riscatti delle polizze previdenziali, analizzando i titoli sottostanti in caso di polizze finanziarie. È fondamentale comprendere appieno le implicazioni di questo strumento assicurativo per evitare possibili conseguenze legali e finanziarie.

Con la Circolare 10/E del 13 marzo 2015, l’Agenzia sottolineava l’opportunità di utilizzare la procedura di collaborazione volontaria per regolarizzare il proprio rapporto presso una banca estera, evitando così prassi distortive come l’intestazione ad una società localizzata in un Paese black list o la mascheratura sotto forma di polizza assicurativa estera. La polizza unit linked, se utilizzata correttamente, rappresenta uno strumento di protezione e passaggio del patrimonio da considerare con attenzione al momento della pianificazione.

La giurisprudenza, attraverso le proprie analisi, ha dimostrato un maggiore interesse nei confronti dei aspetti contrattuali che attribuiscono una maggiore importanza alla componente previdenziale rispetto a quella finanziaria. In effetti, la Cassazione, sezione I Civile, con l’ordinanza del 6 maggio 2016, ha invitato i giudici ad esaminare attentamente i singoli contratti e a interpretarli correttamente, come previsto dall’articolo 1362 del Codice Civile e successivi, al fine di determinare se il contratto, al di là del nome che gli viene attribuito, possa essere identificato come una polizza assicurativa sulla vita, in cui il rischio derivante da un evento legato all’esistenza dell’assicurato viene assunto dall’assicuratore.

In questo senso, la sentenza del Tribunale di Mantova, emessa il 15 giugno 2016, è estremamente rilevante, poiché afferma che un prodotto assicurativo può legittimamente avere una componente esclusivamente o quasi finanziaria, pur mantenendo l’integrità degli interessi sottostanti. Questa pronuncia, insieme ad altre simili, si allinea a quanto affermato dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea con la sentenza del 1° marzo 2012 (c-166-11), secondo cui le polizze unit linked devono essere comunque considerate come parte delle polizze vita, nonostante gli elementi finanziari, a meno che non vi sia una specifica previsione di legge che le definisca come contratti di intermediazione finanziaria.

UNA GARANZIA PER IL TUO PATRIMONIO: IMPIGNORABILITÀ

La questione dell’applicabilità dell’articolo 1923 del Codice civile alle polizze Unit Linked e della loro impignorabilità ha dato luogo a diverse sentenze. Tuttavia, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con la Sentenza n. 8271 del 31 marzo 2008, ha fornito una sintesi degli orientamenti giurisprudenziali, stabilendo che quando il contratto assolve alla funzione previdenziale, la norma civilistica in questione è sempre applicabile. Nonostante ciò, alcuni Tribunali, tra cui Milano e Parma, si sono pronunciati successivamente a favore della sequestrabilità, considerando che in taluni casi la prestazione di pagamento di una somma di denaro assume una funzione primaria rispetto a quella previdenziale, che appare invece del tutto secondaria.

Un altro aspetto rilevante riguarda la questione del trasferimento effettivo del rischio all’assicuratore. L’elemento previdenziale diventa fondamentale quando il rischio legato alla mancata restituzione del capitale o al mancato rendimento diventa rilevante. Tuttavia, la presenza di garanzie su un capitale minimo sembra essere sufficiente per mantenere la funzione previdenziale delle polizze Unit Linked o Index Linked, evitando che vengano considerate solo come strumenti finanziari.

Alcuni, come nel caso del Tribunale di Roma, hanno riconosciuto l’esistenza di un rischio sempre presente per l’assicuratore legato al rischio demografico da un lato e al riscatto anticipato dall’altro. È evidente che la sottoscrizione di una polizza con rendimento e restituzione del capitale interamente soggetti al rischio di performance finanziaria richiede una particolare attenzione da parte del sottoscrittore per non perdere di vista gli aspetti essenziali di questo strumento di protezione e passaggio del patrimonio.

CONCLUSIONI

Le polizze Unit Linked sono strumenti finanziari che offrono vantaggi fiscali e legali di grande interesse, ma è importante che la loro finalità previdenziale rimanga prioritaria rispetto ad altri obiettivi.

La polizza dovrebbe essere concepita e sottoscritta principalmente per la protezione assicurativa sulla vita, senza scopi dissimulatori o sfruttamenti di vantaggi fiscali. Alcuni elementi importanti da considerare sono l’età dell’assicurato, che non dovrebbe essere troppo avanzata, e la durata della polizza, che dovrebbe essere in linea con la vita del contraente. Situazioni che vanno contro questi criteri fondamentali possono mettere a rischio il sottoscrittore, indicando una mancanza di reali finalità previdenziali e una presenza di intenti puramente speculativi o secondari.

PIANIFICAZIONE PATRIMONIALE CON MATTEO RINALDI

Ma quando e come varare questi nuovi assetti? Come approfondire gli aspetti societari e le implicazioni fiscali? Come coordinare e governare la parte aziendale e quella della famiglia? Come diversificare il patrimonio e ridurre i rischi sul patrimonio aziendale e personale?

Matteo Rinaldi è riconosciuto come un facilitatore e stratega nel supporto a famiglie e imprenditori per la gestione dei processi di Pianificazione Patrimoniale. La sua competenza nella creazione di strutture societarie innovative facilita i processi di successione e protegge il patrimonio personale e aziendale, assicurando continuità e stabilità per le generazioni future.

Spesso, come imprenditori, ci si concentra maggiormente sulle attività produttive e lavorative, trascurando l’importante aspetto della gestione dei beni mobili e immobili, delle risorse finanziarie e degli eventuali asset assicurativi o previdenziali. Senza un progetto e una visione d’insieme, che solo un professionista con un Track Record di tutto rispetto può offrire, le risorse patrimoniali, anche se solide, rischiano di essere erose da numerosi fattori esterni. Rischi d’impresa, aggressioni da parte di terzi e pressione fiscale possono compromettere i frutti di anni di lavoro. Attraverso scelte corrette e oculate, è possibile evitare di vanificare anni di attività.

Scegliere un Advisor per curare il patrimonio di famiglia e aziendale è una decisione cruciale che richiede attenzione e pianificazione. Che si tratti di gestire il capitale derivante dalla cessione di un’impresa o dagli utili generati dalla sua gestione, è fondamentale affidarsi a professionisti competenti e fidati. Una delle opzioni più tradizionali è quella di rivolgersi al proprio commercialista generalista. Tuttavia, negli ultimi tempi, sempre più imprenditori e famiglie optano per un Advisor, una figura specializzata in Consulenza Patrimoniale.

Il team di Matteo Rinaldi è una squadra multidisciplinare composta da professionisti con anni di esperienza in varie discipline, inclusi notai, commercialisti, revisori e avvocati. L’obiettivo principale è la “Pianificazione Patrimoniale” dei clienti attraverso strategie personalizzate e innovative. Inoltre, le relazioni con Società Fiduciarie italiane ed estere, Trust company, Istituzioni Finanziarie e Fondi di Investimento, permettono di offrire ai clienti un’assistenza di altissimo valore.

In sintesi, la scelta di un Consulente dovrebbe essere guidata da una valutazione attenta delle competenze, dell’esperienza e della reputazione, assicurandosi che possa offrire un servizio che rispetti e valorizzi il proprio patrimonio nel lungo termine.

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“Investire nell’assistenza consulenziale è spesso considerato uno degli investimenti più saggi e strategici che un’azienda può fare…”. Questa affermazione di Bill Gates è fortemente condivisa anche da Matteo Rinaldi, esperto in Consulenza Aziendale.

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