COME TROVARE INVESTITORI QUALIFICATI PER LA TUA PMI

Analisi di Bilancio
Data
26.07.2023
Autore
Matteo Rinaldi

Attrarre investitori qualificati è una scelta strategica per PMI che vogliono crescere, ristrutturarsi o internazionalizzarsi. Per farlo servono metodo, documentazione tecnica e un advisor esperto. Questo articolo analizza il ruolo dell’Information Memorandum, la struttura dei compensi, la gestione della trattativa e il processo per valutare se, come e con quali strumenti aprire il capitale in modo efficace.

COME STRUTTURARE LA RICERCA DI INVESTITORI PER LA TUA PMI

Negli ultimi anni, attrarre investitori qualificati è diventata una priorità per molte PMI italiane. L’accesso al credito tradizionale si è progressivamente irrigidito, mentre i fabbisogni di capitale – per crescere, innovare, internazionalizzarsi o ristrutturarsi – sono aumentati in modo significativo. In questo contesto, l’apertura del capitale a partner industriali o finanziari non è più una scelta straordinaria, ma un’opzione concreta che molte imprese stanno valutando con attenzione.

Nonostante l’interesse crescente da parte di fondi e investitori, soprattutto esteri, esiste ancora un forte disallineamento tra domanda e offerta di capitali: le imprese non sempre sanno come strutturare la proposta, e gli investitori faticano a trovare progetti solidi e ben presentati. Da qui nasce la necessità di un approccio metodico e professionale alla ricerca di capitali, in cui l’Information Memorandum gioca un ruolo centrale, insieme alla figura dell’advisor.

Questo articolo analizza in modo tecnico e operativo i passaggi fondamentali per presentare la propria azienda a investitori qualificati. Viene approfondito cosa cercano gli investitori industriali e finanziari, come deve essere strutturato un Information Memorandum efficace, quale ruolo ha l’advisor nelle fasi negoziali e come vengono definiti i compensi per l’attività di advisory. Un contenuto pensato per imprenditori evoluti, che intendono attrarre capitali mantenendo il controllo e massimizzando il valore dell’operazione. Se stai valutando l’ingresso di nuovi investitori nella tua PMI, continua a leggere: troverai riferimenti chiari e concreti per affrontare il percorso in modo strutturato e con maggiore consapevolezza.


COSA CERCANO GLI INVESTITORI IN UNA PMI

Nonostante l’interesse crescente da parte di fondi, holding industriali e club deal verso aziende solide ma sottocapitalizzate, esiste ancora un forte disallineamento tra domanda e offerta di capitali. Molte imprese non sono in grado di presentarsi in modo efficace, mentre gli investitori faticano a individuare progetti credibili, con numeri verificabili, piani concreti e una governance chiara.

L’investitore non cerca imprese in cerca disperata di denaro, ma soggetti in grado di proporre una logica industriale, con visione, sostenibilità finanziaria e un team capace di implementare il piano. L’assenza di documentazione tecnica, la mancanza di coerenza tra numeri e narrativa, o l’inesistenza di un piano credibile sono tra le principali cause di fallimento delle trattative. Al contrario, quando l’azienda si presenta con trasparenza, chiarezza e un assetto ben delineato, la valutazione diventa possibile e il dialogo con l’investitore si apre su basi concrete.

L’imprenditore deve prepararsi a gestire questa fase con attenzione. Non si tratta solo di aprire il capitale, ma di selezionare un partner compatibile, in grado di condividere gli obiettivi e rispettare l’identità aziendale. L’interlocutore giusto va identificato, qualificato e coinvolto con metodo, evitando ogni forma di improvvisazione. Senza una presentazione professionale, il rischio è quello di essere scartati a priori o, peggio, di trovarsi in trattative sbilanciate e potenzialmente dannose.


PERCHÉ UNA PMI DECIDE DI CERCARE INVESTITORI: OBIETTIVI E SCENARI STRATEGICI

La decisione di aprire il capitale a investitori esterni rappresenta per molte PMI un passaggio delicato ma inevitabile. In un mercato sempre più selettivo, in cui l’accesso al credito bancario è limitato e l’autofinanziamento spesso insufficiente, la disponibilità di capitali diventa la condizione essenziale per sostenere un piano di sviluppo credibile. Non si tratta solo di ottenere risorse: il vero obiettivo è costruire un’alleanza strategica che consenta all’imprenditore di affrontare con solidità le sfide industriali, finanziarie e commerciali che il futuro impone.

Le motivazioni possono variare. Alcune imprese si trovano in una fase di ristrutturazione e necessitano di risorse per il rilancio. Altre vogliono cogliere opportunità di crescita nei mercati esteri, ma non dispongono della massa critica per sostenere i costi iniziali. Altre ancora intendono accelerare un passaggio generazionale, valorizzando l’azienda prima della cessione o dell’ingresso di un management esterno. In tutti questi casi, l’investitore giusto può offrire più di un apporto economico: può portare competenze, accesso a canali commerciali, governance evoluta e maggiore credibilità presso i mercati.

È però necessario essere consapevoli delle implicazioni. L’apertura del capitale comporta una condivisione — talvolta una parziale perdita — del controllo, e può generare resistenze, soprattutto in contesti familiari. Per questo motivo è essenziale gestire il processo con chiarezza, equilibrio e una preparazione accurata. Capire cosa cerca un investitore, quali sono le aspettative in termini di ritorno e governance, e come impostare una trattativa win-win è il primo passo per costruire un’operazione solida e sostenibile.


INFORMATION MEMORANDUM: COSA CONTIENE E PERCHÉ È STRATEGICO

L’Information Memorandum rappresenta lo strumento più importante per presentare una PMI a investitori potenzialmente interessati. Non si tratta di un documento commerciale, ma di una presentazione riservata e strutturata, redatta con taglio tecnico, che consente all’investitore di comprendere in modo concreto il valore dell’impresa, il suo posizionamento competitivo, la logica dell’operazione proposta e le prospettive future. Senza un IM adeguato, le probabilità di ottenere interesse reale da parte di soggetti qualificati si riducono drasticamente.

Un Information Memorandum completo include un executive summary che riassume la tipologia dell’operazione (equity, cessione, minoranza), gli obiettivi dell’imprenditore e i dati economici chiave. A seguire, vengono illustrati la struttura societaria, la governance, l’attività dell’impresa, il modello di business, i mercati serviti e i principali vantaggi competitivi. La parte finanziaria presenta i bilanci riclassificati degli ultimi tre esercizi, con analisi tecnica e indicatori significativi, seguita da un piano industriale a tre-cinque anni con assunzioni esplicite e proiezioni sui ricavi, i margini e il cash flow.

È fondamentale che il documento includa anche la struttura dell’operazione: quota ceduta, utilizzo dei capitali, valutazione implicita, termini desiderati e ipotesi di exit strategy. Infine, la presenza di asset strategici – brevetti, certificazioni, contratti chiave – contribuisce a rafforzare la posizione negoziale. La forma deve essere sobria e analitica, priva di tono promozionale. È buona prassi, nelle PMI, predisporre anche un teaser sintetico da inviare in fase iniziale, riservando il documento completo ai soggetti che hanno firmato un accordo di riservatezza.


COSTO DELL’ADVISOR PER TROVARE INVESTITORI: STRUTTURA E MODELLI

Il coinvolgimento di un advisor esperto è uno snodo cruciale nel percorso di ricerca di investitori. L’imprenditore che decide di aprire il capitale sa che la posta in gioco è alta: non si tratta solo di concludere un’operazione, ma di costruire un assetto solido e sostenibile nel tempo. Per farlo, è indispensabile affidarsi a chi conosce il mercato, dispone dei contatti giusti e sa gestire l’intero processo — dalla definizione della strategia, alla redazione dell’Information Memorandum, fino alla negoziazione dei termini finali.

L’attività dell’advisor richiede competenze tecniche, capacità di analisi, sensibilità negoziale e una rete qualificata di contatti. Di conseguenza, il suo compenso non può essere standardizzato, ma deve essere calibrato in base alla complessità del progetto, al valore dell’azienda, al tempo necessario per individuare i soggetti giusti e alla difficoltà attesa nel costruire l’operazione.

In Italia, così come nei principali mercati europei, il compenso dell’advisor è normalmente strutturato in tre componenti. La prima è un compenso iniziale fisso (retainer), che copre l’impostazione dell’operazione, la raccolta documentale e la predisposizione del materiale informativo. Il retainer varia in funzione del carico di lavoro richiesto, ma serve anche a formalizzare il commitment tra le parti. La seconda componente è un compenso intermedio a successo, che può essere previsto al momento dell’avvio delle trattative con potenziali investitori selezionati. La terza è la success fee vera e propria, liquidata al closing dell’operazione, proporzionale al valore dell’accordo sottoscritto.

Non esistono tariffe predefinite. Ogni incarico deve essere discusso sulla base della valutazione dell’impresa, della qualità del progetto e dell’interesse che può generare nel mercato. In alcuni casi, quando l’operazione è particolarmente attrattiva, la fase intermedia può essere ridotta o assorbita nel compenso finale. In altri, è necessario prevedere milestone specifiche, che garantiscano all’advisor una copertura per l’impegno profuso anche nel caso in cui l’operazione non vada a buon fine per motivi estranei alla sua attività.

L’aspetto più rilevante non è l’ammontare assoluto del compenso, ma la sua coerenza con l’interesse dell’imprenditore: un advisor realmente coinvolto nella riuscita dell’operazione è disposto a condividere il rischio e ad allineare il proprio incentivo al risultato. Per questo, la trasparenza nella definizione delle condizioni contrattuali è un passaggio determinante per creare fiducia e impostare correttamente la collaborazione.


COME OPERA UN ADVISOR NELLA FASE PRELIMINARE

Prima ancora della formalizzazione dell’incarico, un advisor serio inizia con una valutazione oggettiva del progetto. L’obiettivo non è “attivare il processo”, ma verificare se esistono le condizioni per costruire un’operazione credibile e sostenibile. Questa fase include un’analisi tecnica dell’impresa, una prima lettura della struttura economico-finanziaria, l’identificazione di eventuali criticità e la mappatura iniziale del mercato potenziale.

Si tratta di un passaggio cruciale per evitare false partenze, perdite di tempo o tentativi mal strutturati. In questa fase, l’advisor definisce con l’imprenditore obiettivi chiari, criteri di selezione dei potenziali investitori e requisiti minimi che il progetto deve soddisfare per essere presentabile. Solo dopo questa verifica strategica ha senso formalizzare un incarico.

Per le PMI che desiderano attrarre capitali da investitori qualificati — siano essi fondi, holding industriali, club deal o investitori privati — questa fase iniziale è spesso la più importante: consente di capire se il capitale è davvero uno strumento utile o solo una risposta sbagliata a un problema più profondo.


INCARICO DI ADVISOR: COSA COMPRENDE E COME FUNZIONA

L’incarico conferito all’advisor segna il passaggio dalla fase esplorativa alla gestione operativa dell’operazione. L’imprenditore affida il coordinamento del processo a un professionista con esperienza nel segmento M&A, che diventa il riferimento tecnico, strategico e negoziale dell’intera operazione, dalla definizione dell’approccio alla conclusione della trattativa.

Il lavoro dell’advisor non si limita alla ricerca di potenziali investitori, ma comprende l’intero processo: dall’analisi preliminare dell’azienda all’identificazione dei soggetti compatibili, dalla gestione dei contatti iniziali fino alla conduzione della trattativa. È lui a presidiare la coerenza tra posizionamento industriale, strategia di capital raising e aspettative del cliente, garantendo continuità informativa, selezione dei profili più rilevanti e controllo dei tempi.

Un equivoco ancora diffuso — e particolarmente pericoloso — è considerare l’advisor alla stregua di un agente di commercio che lavora a provvigione, “portando investitori” in cambio di una fee. Questo approccio semplicistico non solo è errato, ma espone l’imprenditore a gravi rischi. Chi affronta una trattativa di capitale senza una regia tecnica strutturata si affida alla fortuna, si espone a interlocutori non qualificati e rischia di perdere tempo, risorse e valore. Un advisor non vende aziende: costruisce operazioni, filtra opportunità, negozia condizioni, protegge governance e continuità.

Nelle operazioni più complesse, l’advisor si interfaccia anche con il legale dell’imprenditore, con i commercialisti e con eventuali advisor della controparte. Il suo ruolo non è solo quello di garantire l’efficienza del processo, ma soprattutto di tutelare la posizione dell’imprenditore nelle fasi critiche: quando emergono richieste asimmetriche, condizioni capestro o tentativi di spostare l’equilibrio della trattativa. La sua presenza consente di mantenere il controllo, evitare concessioni premature e difendere il valore dell’azienda.

In contesti in cui l’interlocutore è più strutturato, dispone di risorse legali e finanziarie superiori e conosce i meccanismi del deal flow, affrontare l’operazione da soli significa partire in svantaggio. L’advisor colma questo gap: filtra, struttura, modella l’operazione affinché risponda agli obiettivi dell’imprenditore, non agli interessi del potenziale investitore.

In definitiva, non si tratta semplicemente di trovare investitori privati o industriali, ma di governare l’intero processo negoziale con una regia strategica, consapevole e orientata alla protezione degli interessi dell’impresa. Questo è il vero valore dell’incarico di advisory.


VALUTARE IL PERCORSO, PRIMA DI INIZIARE

Aprire il capitale non significa semplicemente “cercare investitori”, ma comprendere se l’impresa, in quello specifico momento, ha le caratteristiche per essere presentata al mercato con credibilità. È per questo che ogni percorso serio inizia da un confronto riservato, strutturato e indipendente: un’analisi che consenta di verificare se l’operazione è proponibile, se esistono le condizioni per attrarre investitori industriali o finanziari, e se il progetto può essere sostenuto da un Information Memorandum coerente e ben argomentato.

Non si tratta di promuovere un’offerta. Si tratta di capire, con lucidità, se ha senso costruire una proposta. Questo tipo di confronto preliminare consente all’imprenditore di chiarirsi su obiettivi, limiti e aspettative, prima di entrare nel vivo del processo. Nessuna trattativa ben condotta nasce da un impulso o da un documento improvvisato: ogni operazione che funziona nasce da una diagnosi lucida e da una regia consapevole.


CONCLUSIONI: INVESTITORI, METODO E PROTEZIONE STRATEGICA

La ricerca di capitali non è un atto occasionale né una richiesta generica. È una leva trasformativa per chi ha un progetto industriale solido e vuole affrontare il futuro con visione. Tuttavia, per funzionare, ogni operazione va costruita con metodo: serve una documentazione credibile, una strategia di capital raising sostenibile e una gestione tecnica del processo che metta al centro la tutela dell’imprenditore.

Leggi anche: “Intervista a Matteo Rinaldi: Le operazioni di M&A, per acquisire e vendere aziende attraverso il Private Equity”

Un Information Memorandum ben scritto, un advisor competente e una struttura di deal compatibile con le aspettative aziendali sono gli elementi chiave per attrarre investitori realmente interessati, evitando dispersioni, errori e trattative sbilanciate.

Non tutte le aziende sono pronte per aprire il capitale. Ma ogni imprenditore serio ha diritto a sapere, prima di esporsi, se esistono le condizioni per farlo in modo efficace. La differenza tra chi cerca investitori e chi li trova sta nella qualità del processo, non nel numero di tentativi.

📩 Richiedi una consulenza riservata per valutare se, come e con quali strumenti strutturare l’ingresso di investitori nella tua azienda. Analizzeremo il potenziale del progetto, la costruzione del teaser e dell’Information Memorandum, e la sostenibilità di un’operazione di capital raising adatta al tuo modello industriale.


CONSULENZA IN FINANZA STRATEGICA D’IMPRESA

In un contesto economico globale in continua evoluzione, la finanza strategica d’impresa è fondamentale per affrontare le sfide quotidiane e cogliere le opportunità di crescita. Non si tratta solo di numeri, ma di pianificare con visione a lungo termine, proteggendo e facendo crescere l’impresa nel tempo. Una pianificazione ben strutturata ottimizza la struttura del capitale, gestisce i rischi imprevisti e consente di adattarsi ai cambiamenti del mercato.

Matteo Rinaldi, consulente di riferimento per la gestione strategica delle imprese, opera a Milano, uno dei principali centri finanziari europei. Con una solida formazione in Corporate Finance e M&A, affronta le complessità aziendali con un approccio integrato, che considera le variabili strategiche, fiscali e giuridiche.

La sua consulenza si rivolge a imprenditori, gruppi aziendali, PMI e grandi imprese, fornendo soluzioni robuste per ottimizzare la gestione finanziaria. L’esperienza maturata consente di affrontare le sfide aziendali con visione e di garantire soluzioni scalabili e sostenibili.

Ogni incarico inizia con una valutazione approfondita della situazione aziendale, per identificare vulnerabilità e opportunità, e definire una strategia finanziaria su misura, orientata agli obiettivi di lungo periodo.


🛡️ Ottimizzare la struttura del capitale, ridurre i costi finanziari e proteggere il patrimonio aziendale, migliorando i flussi di cassa e garantendo stabilità nel lungo termine.
🛡️ Gestire le operazioni cross-border, ottimizzando la fiscalità internazionale, riducendo i rischi valutari e proteggendo gli asset in contesti complessi.
🛡️ Massimizzare il valore delle operazioni di M&A, ottimizzando le sinergie, riducendo i rischi e garantendo ritorni superiori agli standard di mercato.
🛡️ Pianificare strategie di crescita sostenibile, migliorando la redditività, ottimizzando i margini e proteggendo la posizione competitiva nel lungo termine.


La differenza tra una strategia finanziaria efficace e una inefficace non sta solo negli strumenti utilizzati, ma nella regia strategica con cui vengono progettati e integrati. Il team di Matteo Rinaldi supporta imprenditori e manager nella creazione di assetti finanziari robusti e scalabili, combinando competenze giuridiche, fiscali e finanziarie per garantire il successo aziendale a lungo termine.


PRENOTA ORA LA TUA CONSULENZA

60 minuti | 300,00 euro + IVA
Un confronto strategico per costruire protezione, continuità e controllo aziendale.


salotto-contatti

VUOI MAGGIORI INFORMAZIONI? 

Siamo qui per aiutarti! Chiama subito al +39 02 87348349. Prenota la tua consulenza. Puoi scegliere tra una video conferenza comoda e sicura o incontrarci direttamente nei nostri uffici a Milano.

3 + 4 =