BILANCIO D’ESERCIZIO ANNUALE NON DEPOSITATO: COSA SUCCEDE?
07.02.2024
Matteo Rinaldi
COSA SUCCEDE IN CASO DI MANCATO DEPOSITO DEL BILANCIO DI ESERCIZIO
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Recentemente, è emerso un trend preoccupante tra gli imprenditori: la mancata presentazione del bilancio di esercizio entro i termini previsti. Questo errore di gestione, spesso ingiustamente attribuito ai commercialisti, rappresenta un rischio significativo per l’integrità finanziaria e la reputazione dell’azienda, aumentando la vulnerabilità a sanzioni legali e a danni alla credibilità aziendale.
La problematica ricorrente offre lo spunto per un approfondimento. Si osserva che la negligenza può manifestarsi in diverse fasi: dalla mancata elaborazione del bilancio da parte degli amministratori, al mancato deposito del bilancio approvato dall’assemblea dei soci, fino al mancato deposito del bilancio non ancora approvato.
Per chiarire meglio, possiamo distinguere in ordine temporale le varie negligenze: (i) La mancata predisposizione del bilancio da parte degli amministratori; (ii) Il mancato deposito del bilancio approvato dall’assemblea; (iii)Il mancato deposito del bilancio non approvato dall’assemblea.
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Queste norme incidono sul bilancio di esercizio, bilancio consolidato e sui bilanci intermedi di liquidazione, escludendo il bilancio finale di liquidazione che non ha un termine di deposito specifico come indicato nell’art. 2492 del Codice civile.
LA RESPONSABILITA’ DEGLI AMMINISTRATORI
È compito degli amministratori preparare detto bilancio, che successivamente dovrà essere esaminato dall’organo di controllo e approvato dall’assemblea.
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La mancanza di un bilancio pronto impedisce legalmente la convocazione dell’assemblea. A questo proposito, l’art. 2631 del codice civile infligge sanzioni per la non convocazione, statuendo che gli amministratori e i sindaci inadempienti sono passibili di multe che vanno da 1.032 a 6.197 euro. Un termine si considera decorso inutilmente se trascorrono più di trenta giorni.
Nonostante ciò, la vera violazione non riguarda tanto la non preparazione del bilancio quanto il mancato incontro dei soci; e se né gli amministratori né l’organo di controllo si sostituiscono a convocare l’assemblea, entrambi possono essere ritenuti responsabili per eventuali danni alla società, ai soci stessi o a terze parti.
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In particolare, in situazioni critiche dove il bilancio avrebbe rivelato perdite significative, la legge richiede azioni correttive, come il potenziale obbligo di liquidazione, a meno che i soci non possano reintegrare il capitale.
BILANCIO AZIENDALE: COME EVITARE SANZIONI
E’ fondamentale comprendere la rilevanza del deposito tempestivo del bilancio approvato. Quando l’assemblea ha approvato il bilancio ma questo non viene depositato, sorgono implicazioni legali significative. Le normative chiave sono contenute nell’articolo 263 del codice civile, che impone sanzioni amministrative pecuniarie per chi omesso l’esecuzione di denunce, comunicazioni o depositi presso il registro delle imprese.
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La sanzione per la mancata esecuzione di tali obblighi varia da 103 a 1.032 euro, ma se l’adempimento avviene entro trenta giorni dalla scadenza, la penalità si riduce sensibilmente. In particolare, per l’omesso deposito del bilancio, la sanzione è incrementata di un terzo, oscillando quindi tra 137 e 1.376 euro.
Tuttavia, l’amministratore che regolarizza la posizione entro 30 giorni può beneficiare di una sanzione minima di soli 46 euro. Queste responsabilità si estendono anche alle relazioni sulla gestione, ai report dei sindaci e alle eventuali revisioni legali dei conti, sottolineando l’importanza di una gestione attenta e conforme alle norme vigenti.
RESPONSABILITA’ E OMESSI ADEMPIMENTI
Per chi occupa ruoli chiave nella governance aziendale, quali amministratori, liquidatori e sindaci, le sanzioni pecuniarie scattano in caso di mancato rispetto degli obblighi di legge, come il deposito del bilancio. Nel caso di ritardato o omesso deposito del bilancio, e, senza eccezioni, la responsabilità è individuale e inderogabile, indipendentemente dalle deleghe all’interno del Consiglio di amministrazione.
È importante sottolineare che il pagamento della sanzione da parte di un singolo membro non esonera gli altri dall’obbligo di pagamento. Inoltre, nell’eventualità che l’omissione venga rilevata dal Registro delle Imprese, una situazione piuttosto rara, i soggetti responsabili possono accedere a un regime di sanzione attenuata, optando per il pagamento entro 60 giorni dalla notifica, ovvero, possono beneficiare di una sanzione calcolata come un terzo dell’importo massimo previsto, ovvero 549 euro, oppure, qualora più vantaggioso, corrispondere il doppio dell’importo minimo della sanzione, che sarebbe 275 euro.
PREDISPOSIZIONE BILANCIO E NON APPROVATO DALL’ASSEMBLEA
Quando si presenta la situazione di un bilancio predisposto che non riceve l’approvazione dell’assemblea, ci troviamo di fronte a una dinamica meno intricata ma assai comune.
La mancata ratifica del bilancio – completo delle relazioni di amministratori, sindaci o revisori – può scaturire da diversi scenari: l’assenza di un quorum adeguato per l’approvazione, una votazione contraria da parte dei soci maggioritari dovuta a divergenze nella analisi di bilancio o ad altri fattori tecnici, oppure, non raramente, a seguito di controversie tra i soci. In particolare, questo ultimo caso emerge quando il capitale sociale è equamente diviso, ad esempio, tra due soci o due fazioni in parità al 50%. In questa eventualità, gli amministratori restano esenti da colpe e, conseguentemente, non si può procedere con l’applicazione di sanzioni a loro carico.
Per navigare attraverso queste acque spesso turbolente, è essenziale rivolgersi a professionisti che offrano una consulenza, capace di fornire un’interpretazione approfondita del bilancio e di guidare l’azienda verso la risoluzione di tali impasse.
Un’accurata consulenza può illuminare le aree critiche e suggerire azioni correttive per superare gli ostacoli all’approvazione del bilancio, assicurando così la salute finanziaria e la stabilità dell’impresa.
SOLUZIONI ALLE PATOLOGIE SOCIETARIE
Nel contesto aziendale, qualora gli amministratori non predispongono adeguatamente il bilancio di esercizio annuale, i soci hanno il diritto di appellarsi al Tribunale per chiederne la revoca degli amministratori. In situazioni in cui il corpo societario non riesca a ratificare il bilancio, a causa di disinteresse o disaccordi interni, spetta agli amministratori procedere allo scioglimento della società.
La verifica di tale incapacità si materializza mediante un’iscrizione specifica nel registro delle imprese, segnalando l’impossibilità di convocare l’assemblea.
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La Corte di Cassazione ha delineato chiaramente i contorni di questa necessità di liquidazione: da un lato, se manca l’approvazione del bilancio per due anni consecutivi, dall’altro, se tale approvazione non avviene per un singolo esercizio ma si manifestano chiaramente sintomi di una incapacità persistente e irrevocabile dell’assemblea di funzionare adeguatamente; un ulteriore caso è l’astensione dal voto di un socio paritetico durante l’approvazione del bilancio.
CANCELLAZIONE D’UFFICIO DELLA SOCIETA’ DAL REGISTRO IMPRESE
Secondo il D.P.R. n. 247/2004, la cancellazione d’ufficio di una società di capitali dal Registro Imprese può avvenire dopo tre anni di mancato deposito del bilancio in fase di liquidazione, o dopo cinque anni di mancata presentazione del bilancio.
Gli amministratori, notificati dal Conservatore del Registro Imprese, hanno un termine di 60 giorni per esibire una richiesta formale di continuazione dell’attività e per l’iscrizione di eventuali atti non ancora registrati, come previsto dalla legislazione vigente.
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Se l’azienda o l’amministratore è in possesso di un valido domicilio digitale, l’Ufficio del Registro Imprese trasmette l’avviso di inizio del procedimento d’ufficio attraverso posta elettronica certificata (PEC). Decorso il periodo stabilito per la pubblicazione sull’Albo on line senza riscontri, l’ufficio del Registro procede con la cancellazione, secondo la determinazione del Conservatore.
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