GESTIRE L’EREDITÀ: TRUST E SOCIETÀ SEMPLICE PER PROTEGGERE IL PATRIMONIO

liquidazione della quota del socio

Data
24.09.2024

Autore
Matteo Rinaldi

Gestire l’eredità non significa solo dividere beni, ma proteggere e proiettare il patrimonio nel futuro. Trust e Società Semplice, se pianificati con intelligenza, permettono di evitare conflitti, preservare il valore e garantire la continuità familiare. Scopri come costruire una successione solida e proteggere il tuo patrimonio.

COME PROTEGGERE IL PATRIMONIO E COSTRUIRE UNA SUCCESSIONE SOLIDA

Gestire un’eredità non significa soltanto suddividere beni tra gli eredi. Significa proteggere un patrimonio costruito nel tempo, garantire la continuità delle aziende familiari, preservare gli immobili, difendere la stabilità finanziaria della famiglia. In assenza di una pianificazione strategica, anche gli asset più solidi rischiano di trasformarsi in strumenti di divisione e dispersione, compromettendo decenni di lavoro e di investimenti.

Le sfide non sono più soltanto fiscali o operative: riguardano la governance, la protezione dagli eventi imprevisti, la capacità di proiettare nel futuro il valore costruito. Il semplice passaggio formale dei beni non basta più. Oggi occorre costruire architetture capaci di resistere a conflitti, pressioni fiscali, dinamiche familiari imprevedibili.

In questo contesto, strumenti come il Trust e la Società Semplice non sono scelte accessorie, ma pilastri strategici. Il Trust consente di segregare il patrimonio e di affidarlo a regole precise, capaci di garantire protezione anche nelle situazioni più complesse. La Società Semplice, se costruita con intelligenza, permette di mantenere la gestione familiare degli asset, favorendo la continuità e ottimizzando la fiscalità.

Tuttavia, nessun strumento giuridico funziona senza una regia chiara. La protezione dell’eredità richiede una mappatura precisa dei rischi, una definizione rigorosa degli obiettivi familiari e una governance capace di adattarsi nel tempo. La vera differenza non la fanno i modelli astratti, ma la capacità di costruire sistemi reali, funzionali e resilienti.

In questo articolo analizzeremo come affrontare la gestione dell’eredità con una strategia solida, come scegliere tra Trust e Società Semplice o combinarli, come evitare errori fatali e costruire un sistema patrimoniale destinato a vivere oltre il fondatore. Per chi pensa che un semplice testamento sia sufficiente, il rischio non è solo la dispersione dei beni, ma il collasso stesso della struttura familiare e patrimoniale costruita in anni di impegno.


PERCHÉ GESTIRE L’EREDITÀ È PIÙ DIFFICILE OGGI

Un tempo la successione avveniva in contesti familiari omogenei, con beni chiari, eredi noti e una struttura patrimoniale relativamente semplice. Oggi la realtà è cambiata radicalmente. Le famiglie si sono articolate in seconde unioni, figli di relazioni diverse, eredi minorenni o residenti all’estero. I patrimoni si sono frammentati tra immobili, partecipazioni societarie, investimenti internazionali. La stessa longevità ha introdotto dinamiche di premorienza, nuove unioni tardive, complessità che una generazione fa erano eccezioni e oggi sono regola.

A tutto questo si aggiunge una pressione fiscale in crescita, norme successorie sempre più rigide e una maggiore litigiosità familiare. Un errore nella pianificazione dell’eredità non si limita più a rallentare il passaggio generazionale: può causare anni di contenzioso, l’erosione progressiva del valore degli asset e la distruzione stessa della coesione familiare.

In questo scenario, affidarsi a un semplice testamento è un rischio grave. Gestire l’eredità oggi richiede la costruzione di sistemi di protezione patrimoniale evoluti, capaci di integrare strumenti giuridici avanzati, una governance dinamica e una visione strategica capace di anticipare scenari che inevitabilmente si presenteranno.


I RISCHI NELLA SUCCESSIONE PATRIMONIALE

La gestione dell’eredità è il punto critico della sopravvivenza patrimoniale familiare. Senza un’architettura solida, il momento della successione si trasforma in una linea di frattura: gli asset, da strumenti di crescita, diventano motivo di scontro e causa di dispersione.

Il primo rischio è la frammentazione patrimoniale. Beni indivisibili, come aziende operative o immobili strategici, finiscono spesso distribuiti tra più eredi privi di una regia comune. Il risultato è la perdita di valore, l’inefficienza gestionale e, nei casi peggiori, la vendita forzata degli asset migliori per soddisfare pretese immediate.

Il secondo rischio è la paralisi decisionale. La morte del fondatore amplifica divergenze preesistenti tra gli eredi. Senza una governance patrimoniale rigorosa, ogni scelta si trasforma in conflitto, bloccando la gestione degli asset e compromettendo la loro continuità operativa ed economica.

Il terzo rischio è l’erosione fiscale. L’assenza di strumenti di protezione adeguati espone il patrimonio a imposte di successione sempre più onerose, a costi di gestione straordinari e a liquidazioni forzate che svuotano il valore netto trasmesso alle generazioni successive.

Il quarto rischio, più subdolo ma decisivo, è la perdita della visione intergenerazionale. Senza strutture capaci di evolversi, ogni patrimonio è destinato a disgregarsi al primo cambiamento di scenario familiare o normativo. L’eredità non è un evento puntuale, ma un processo che deve essere governato con lungimiranza.

Chi ha costruito un patrimonio non può permettersi di affidarne il destino alla buona volontà degli eredi o al caso. Proteggere l’eredità significa progettare ogni dettaglio, anticipare ogni rischio, strutturare ogni passaggio per garantire che il valore costruito non solo sopravviva, ma continui a prosperare.


COME IL TRUST PROTEGGE L’EREDITÀ

Il Trust rappresenta uno degli strumenti più efficaci per proteggere il patrimonio familiare nel momento della successione. Il suo valore non si limita alla segregazione dei beni: risiede nella capacità di trasformare l’eredità in un sistema regolato, neutrale, capace di resistere ai conflitti interni, ai contenziosi esterni e alle fragilità tipiche dei passaggi generazionali.

Attraverso il trasferimento dei beni a un Trustee, il patrimonio viene separato dal rischio personale degli eredi e dalle eventuali controversie che potrebbero sorgere. Il Trust non solo protegge, ma organizza la gestione degli asset secondo regole predeterminate, garantendo che il valore costruito venga preservato e trasmesso secondo la volontà originaria del fondatore.

Il vero punto di forza del Trust è la sua capacità di adattarsi alle esigenze complesse delle famiglie moderne. In presenza di eredi minorenni, di patrimoni articolati tra partecipazioni societarie e immobili, o di situazioni familiari potenzialmente conflittuali, il Trust consente di evitare il blocco patrimoniale, di prevenire la dispersione e di tutelare la crescita degli asset sotto una regia stabile e professionale.

Ma non tutti i Trust sono uguali. La qualità dell’atto istitutivo, la scelta del Trustee, la definizione dei poteri di gestione e controllo sono determinanti per il successo della struttura. Un Trust mal concepito è una scatola vuota; un Trust progettato con visione strategica diventa il pilastro della continuità patrimoniale e familiare attraverso più generazioni.

Per chi intende proteggere la propria eredità, il Trust non è solo un’opzione giuridica: è una scelta di regia, di visione e di responsabilità verso il futuro.


COME LA SOCIETÀ SEMPLICE CONSOLIDA IL PATRIMONIO

La Società Semplice è uno degli strumenti più potenti e sottovalutati nella gestione dell’eredità. Nata come forma societaria minimale, si è rivelata negli ultimi anni un’architettura strategica per la protezione patrimoniale familiare, capace di combinare flessibilità, controllo diretto e vantaggi fiscali rilevanti.

Attraverso la Società Semplice, è possibile conferire immobili, partecipazioni societarie e investimenti, creando un contenitore patrimoniale gestito con regole statutarie precise. I beni conferiti non sono aggredibili dai creditori personali dei singoli soci e la governance interna può essere strutturata in modo da garantire la continuità delle decisioni anche in presenza di eventi successori complessi.

Il vero vantaggio della Società Semplice risiede nella capacità di mantenere il controllo familiare sugli asset senza ricorrere a soggetti esterni. Gli eredi, se ben coordinati attraverso patti chiari, possono proseguire nella gestione del patrimonio, evitando la frammentazione, i blocchi decisionali e la necessità di vendite forzate per soddisfare quote ereditarie.

Inoltre, la Società Semplice consente di pianificare il passaggio generazionale in modo ordinato. È possibile prevedere clausole di continuità, regole di voto rafforzato, meccanismi di filtro per l’ingresso di nuovi soci e strategie di redistribuzione in caso di premorienza. Tutto questo si traduce in una protezione concreta contro i rischi di disgregazione familiare e patrimoniale.

Se costruita con intelligenza, la Società Semplice non è solo un mezzo di protezione: diventa un vero e proprio motore di crescita, capace di governare il patrimonio familiare attraverso più generazioni, mantenendo coesione, efficienza e solidità nel tempo.


STRATEGIE AVANZATE PER GESTIRE L’EREDITÀ

Proteggere un’eredità non significa solo scegliere tra Trust o Società Semplice. Significa costruire una vera architettura patrimoniale capace di resistere nel tempo, prevenire conflitti tra eredi, mantenere la continuità degli asset e, quando possibile, favorire la crescita del patrimonio attraverso più generazioni.

Le famiglie moderne presentano scenari sempre più complessi: eredi minorenni, patrimoni indivisibili, seconde nozze, attività imprenditoriali da preservare. In questi contesti, le soluzioni standard non sono sufficienti. Serve un approccio sartoriale che combini strumenti giuridici avanzati, governance evoluta e strategie di protezione dinamiche.



Un errore comune è credere che basti intestare i beni a un Trust o conferire gli asset in una Società Semplice per risolvere ogni problema. In realtà, senza una pianificazione profonda dei possibili scenari successivi alla morte del fondatore, anche le migliori strutture possono fallire. È qui che entrano in gioco le strategie avanzate: protezione dell’usufrutto successorio, gestione della premorienza degli eredi, clausole di controllo post-mortem, strategie di accumulazione patrimoniale.

Ogni famiglia, ogni patrimonio, ogni governance richiede soluzioni personalizzate, capaci di affrontare sia la fase immediata della successione sia la gestione di lungo termine. Non esiste una protezione patrimoniale efficace senza una regia precisa, fondata sulla capacità di prevedere, controllare e guidare l’evoluzione del patrimonio oltre il passaggio generazionale.

Nei prossimi paragrafi analizzeremo quattro strategie avanzate, mai trattate nei modelli standard: strumenti indispensabili per chi desidera proteggere davvero ciò che ha costruito e proiettarlo solidamente nel futuro.


PROTEGGERE L’USUFRUTTO SUCCESSORIO

In molte successioni complesse, il coniuge superstite acquisisce il diritto di usufrutto su parte del patrimonio ereditato. La legge, all’articolo 540 del Codice Civile, tutela espressamente il coniuge attribuendogli l’usufrutto su una quota dell’eredità. Tuttavia, se non pianificato in modo strategico, questo diritto può trasformarsi in una trappola operativa: gli asset restano bloccati, la gestione ordinaria e straordinaria degli immobili o delle partecipazioni diventa difficile, le decisioni sugli investimenti si paralizzano.

Proteggere l’usufrutto successorio significa assicurarsi che il coniuge superstite possa mantenere il proprio tenore di vita e al tempo stesso garantire la piena funzionalità del patrimonio, evitando che i diritti di usufrutto e nuda proprietà entrino in collisione.

Attraverso strumenti evoluti come il Trust o la Società Semplice, è possibile superare i limiti tipici dell’usufrutto tradizionale. Un Trust consente di destinare l’uso dei beni al coniuge superstite senza trasferire un diritto reale limitato, mantenendo unità e piena efficienza nella gestione patrimoniale. Una Società Semplice, se strutturata con attenzione, può conferire gli immobili o le partecipazioni, attribuendo al coniuge diritti di uso, rendita o godimento senza scindere la titolarità delle quote.

La corretta pianificazione dell’usufrutto successorio permette di:

  • Garantire una fonte di reddito certa al coniuge superstite.
  • Mantenere gli asset liberi da blocchi operativi.
  • Evitare conflitti tra il coniuge e gli altri eredi.
  • Favorire la crescita del patrimonio anche dopo la successione.

Una gestione intelligente dell’usufrutto non salva solo il coniuge: salva il patrimonio per tutta la famiglia.


GESTIRE LA PREMORIENZA DEGLI EREDI

Nella pianificazione dell’eredità, uno degli errori più gravi è considerare gli eredi come figure statiche. La realtà è molto diversa. Gli eventi della vita — premorienza, incapacità sopravvenuta, conflitti personali — possono alterare radicalmente lo scenario successorio. Senza strumenti giuridici capaci di gestire questi imprevisti, il patrimonio rischia di frammentarsi, di essere bloccato in interminabili contenziosi, o di finire in mani lontane dalle volontà originarie del fondatore.

Gestire la premorienza degli eredi significa costruire una successione a più livelli, prevedendo meccanismi automatici di sostituzione o redistribuzione. All’interno di un Trust, ad esempio, è possibile stabilire che, in caso di decesso di un beneficiario prima dell’apertura della successione o prima della maturazione dei suoi diritti, le quote vengano automaticamente devolute ad altri soggetti indicati, senza bisogno di interventi esterni o procedure giudiziarie.

Nella Società Semplice, la premorienza può essere governata attraverso clausole di continuazione, che impediscono il subentro automatico degli eredi diretti e prevedono invece un passaggio ordinato delle quote ai soggetti scelti, oppure attraverso meccanismi statutari di consolidamento interno a favore dei soci superstiti.

Anticipare questi scenari non è pessimismo: è responsabilità. Chi costruisce un sistema patrimoniale davvero solido deve pianificare non solo il passaggio generazionale ordinario, ma anche le deviazioni possibili lungo il cammino. Un patrimonio solido è quello che continua a vivere anche quando gli eventi cambiano i protagonisti.


CLAUSOLE DI CONTROLLO POST-MORTEM

Uno degli errori più sottovalutati nella pianificazione dell’eredità è credere che il controllo del patrimonio finisca con la morte del fondatore. In realtà, chi desidera proteggere davvero ciò che ha costruito deve prevedere strumenti capaci di estendere la propria regia anche oltre la propria vita, assicurando che gli asset continuino a essere gestiti secondo la visione originaria.

Le clausole di controllo post-mortem sono la risposta a questa esigenza. Nel Trust, è possibile inserire meccanismi che attribuiscono al Guardiano il potere di veto su decisioni strategiche, anche dopo la morte del Disponente. Si possono prevedere limiti ai poteri discrezionali del Trustee, obblighi di rendicontazione periodica, verifiche esterne e regole di sostituzione in caso di conflitto di interesse. Questo consente di mantenere una sorveglianza efficace sulla gestione del patrimonio, impedendo derive o interpretazioni distorsive della volontà originaria.

Anche nella Società Semplice, la governance può essere strutturata per garantire un controllo rafforzato post-mortem. Attraverso quorum deliberativi qualificati, clausole di veto per determinate categorie di soci, o la nomina di amministratori vincolati a patti di famiglia blindati, è possibile assicurare che le scelte strategiche non vengano alterate facilmente da eredi inesperti, litigiosi o manipolabili.

Chi costruisce un’eredità senza controllo post-mortem rischia di consegnare il proprio lavoro al caso.


STRATEGIA DI ACCUMULAZIONE POST-EREDITÀ

Proteggere l’eredità è fondamentale, ma non basta. Chi ha costruito un patrimonio sa che la vera sfida non è solo conservarlo, ma farlo crescere anche dopo il passaggio generazionale. Senza una strategia di accumulazione, il patrimonio ereditato rischia di erodersi progressivamente: tasse, costi di gestione, conflitti tra eredi, scelte di investimento errate possono trasformare in pochi anni un’eredità solida in una ricchezza dispersa.

Una Società Semplice, se strutturata con intelligenza, diventa il cuore di una strategia di accumulazione patrimoniale post-eredità. Attraverso regole statutarie precise e un’amministrazione orientata alla crescita, è possibile reinvestire gli utili, consolidare le riserve, accrescere il valore degli asset e attrarre nuove opportunità senza disperdere il controllo familiare.

All’interno di un Trust, la strategia di accumulazione può essere ulteriormente potenziata. L’atto istitutivo può prevedere obiettivi di investimento, piani di sviluppo del patrimonio, clausole di reinvestimento obbligatorio degli utili, garantendo che i beni non vengano semplicemente gestiti in modo conservativo, ma siano dinamicamente proiettati verso la crescita.

Pensare in termini di accumulazione significa progettare l’eredità come un progetto vivo, non come una fotografia del passato. Solo chi progetta l’accumulazione costruisce una legacy capace di superare ogni generazione.


SUCCESSIONE PATRIMONIALE: GLI ERRORI CHE DISTRUGGONO IL PATRIMONIO

Una pianificazione successoria approssimativa non produce semplici disagi: genera danni reali, spesso irreparabili. Il patrimonio, senza una struttura solida e una governance capace di resistere nel tempo, si frammenta, perde valore e alimenta conflitti destinati a trascinarsi per anni.

Il primo rischio concreto è la frammentazione del patrimonio. Senza strumenti giuridici capaci di mantenere unità e gestione centralizzata, gli immobili strategici, le aziende familiari, le partecipazioni societarie vengono divisi tra più eredi. Ogni quota diventa una barriera alla gestione ordinaria e straordinaria, ogni scelta importante richiede consensi difficili da ottenere, ogni divergenza di opinione si trasforma in uno stallo operativo. La conseguenza naturale è l’inefficienza gestionale, che spesso sfocia nella svendita forzata degli asset migliori, riducendo drasticamente il valore complessivo dell’eredità.

Il secondo rischio è l’inasprimento dei conflitti familiari. Un patrimonio senza governance solida diventa il campo di battaglia delle ambizioni personali, delle rivalità latenti e dei rancori sopiti. In assenza di regole chiare e vincolanti, ogni decisione diventa un’occasione di scontro. Le società si paralizzano, gli immobili non vengono gestiti, le cause ereditarie si moltiplicano. I patrimoni, anziché proteggere la famiglia, diventano il detonatore della sua disgregazione.

Il terzo rischio è l’erosione fiscale. Una cattiva pianificazione espone il patrimonio a un’imposizione successoria maggiore e spesso a tassazioni aggiuntive dovute alla necessità di liquidare asset per pagare imposte o per sciogliere comunioni ereditarie. Senza una struttura adeguata, una parte significativa dell’eredità viene consumata dal fisco e dai costi di gestione straordinari, vanificando in pochi anni decenni di lavoro e di risparmio.

Il quarto rischio, meno visibile ma ancora più grave, è la perdita della visione strategica. Il patrimonio non è solo una somma di beni: è uno strumento per costruire futuro, per garantire solidità e opportunità alle generazioni successive. Senza un sistema capace di guidarne l’evoluzione, ogni patrimonio è destinato a ridursi, a frammentarsi, a disperdersi, seguendo non il progetto del fondatore, ma le dinamiche casuali della vita e dei rapporti umani.

Chi crede che la successione sia solo una questione di divisione tra eredi sottovaluta la vera natura del rischio. Pianificare significa prevenire la paralisi, evitare la frammentazione, proteggere i rapporti familiari e costruire un sistema che, anche dopo la morte, sia capace di mantenere unità, valore e capacità di crescita.


SOPRAVVIVENZA DEL FONDATORE: CLAUSOLE DI VITALIZIO E TUTELA

La protezione patrimoniale non si esaurisce nella trasmissione ordinata dei beni agli eredi. Una vera pianificazione successoria deve prima di tutto tutelare il fondatore: garantire che, anche in caso di malattia, invalidità o bisogno di cure assistenziali, egli possa mantenere il proprio tenore di vita senza dover liquidare in emergenza asset strategici o dipendere da decisioni familiari complesse.

Sempre più spesso, gli imprenditori che si avvicinano alla fase di pianificazione patrimoniale chiedono come assicurarsi liquidità futura per affrontare spese mediche, badanti, assistenza domiciliare o strutture sanitarie private di alta qualità. Ed è una domanda fondamentale: nessun patrimonio familiare è davvero protetto se chi l’ha costruito rischia di rimanere senza strumenti concreti per la propria sopravvivenza dignitosa.

Attraverso l’inserimento di clausole di vitalizio, è possibile garantire al fondatore una rendita periodica o la possibilità di liquidare alcuni asset in modo ordinato, senza compromettere l’intera architettura patrimoniale. In una Società Semplice, ad esempio, si può prevedere che il socio fondatore abbia diritto a percepire una rendita vitalizia, oppure che possa autorizzare la vendita di singoli immobili o partecipazioni per sostenere le proprie esigenze assistenziali, mantenendo il pieno rispetto della governance familiare progettata.

All’interno di un Trust, il Disponente può essere beneficiario primario del reddito e del capitale necessario per il proprio mantenimento, con l’obbligo per il Trustee di destinare priorità assoluta alla copertura delle sue necessità sanitarie, assistenziali e di qualità della vita fino al momento della sua morte.

Pianificare clausole di vitalizio e protezione assistenziale significa affrontare la realtà con lucidità e responsabilità. Non è solo un gesto di previdenza economica: è un atto di dignità verso se stessi, verso la famiglia e verso il patrimonio costruito con una vita di sacrifici.

La solidità di una protezione patrimoniale si misura anche nella capacità di garantire sicurezza e autonomia a chi ha avuto il coraggio di costruire e proteggere il valore di una vita.


CONCLUSIONI: TUTELARE IL PATRIMONIO OLTRE LA SUCCESSIONE

Costruire un patrimonio richiede anni di impegno, sacrificio e visione. Proteggerlo oltre la propria vita richiede consapevolezza, strategia e la capacità di pianificare scenari che molti preferiscono ignorare. La vera successione non si limita al trasferimento di beni: consiste nel trasmettere solidità, governance e capacità di evolversi nel tempo.

Strumenti come il Trust e la Società Semplice, se costruiti con intelligenza e personalizzati sulle esigenze familiari e patrimoniali, permettono non solo di difendere gli asset da rischi esterni e conflitti interni, ma anche di creare una regia capace di mantenere unità, efficienza e crescita attraverso più generazioni. Tuttavia, nessuno strumento è efficace senza una visione strategica chiara, senza obiettivi definiti e senza un’attenzione concreta ai dettagli: la protezione dell’usufrutto, la gestione della premorienza, il controllo post-mortem e la garanzia di vitalizi assistenziali sono elementi determinanti per trasformare una semplice struttura in una vera legacy familiare.

Gestire l’eredità oggi significa prevenire la frammentazione, evitare contenziosi, proteggere chi ha costruito valore e proiettare il patrimonio verso il futuro senza incertezze. Non basta affidarsi alla buona sorte o a strumenti generici. Serve costruire, regolare e sorvegliare con precisione ogni ingranaggio della propria architettura patrimoniale.

Per chi ha lavorato tutta una vita per creare valore, la vera eredità non è il patrimonio in sé: è la capacità di conservarlo, farlo crescere e mantenerlo funzionale alla famiglia, anche quando i protagonisti cambiano. Chi comprende questo principio non costruisce solo un’eredità: costruisce una continuità che attraversa il tempo.

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