LA SOCIETÀ SEMPLICE: IL CASO DEGLI AGNELLI NEL PASSAGGIO GENERAZIONALE

Analisi di Bilancio
Data
06.06.2024
Autore
Matteo Rinaldi

Il modello Agnelli, fondato sulla Dicembre Società Semplice, è uno dei casi più efficaci di protezione patrimoniale e successione aziendale in Europa. Una struttura essenziale ma sofisticata, che garantisce continuità, controllo e riservatezza. Grazie a un atto costitutivo su misura e a tecniche fiscali avanzate, rappresenta una strategia replicabile anche da imprenditori, professionisti e famiglie che desiderano proteggere e tramandare il proprio patrimonio nel tempo.

SOLUZIONI PER PROTEGGERE GLI ASSET

Il modello Agnelli rappresenta uno dei casi più emblematici e sofisticati di protezione patrimoniale e pianificazione della successione aziendale in Europa. Al centro di questa strategia c’è la “Dicembre Società Semplice”, una Holding familiare blindata con un valore stimato di quasi 5 miliardi di euro, progettata per garantire la continuità del controllo sul patrimonio e sulle partecipazioni industriali di famiglia.

Fondata da Gianni Agnelli il 15 dicembre 1984, la Dicembre non è un semplice contenitore societario: è una struttura pensata per assicurare unità decisionale, resilienza generazionale e segregazione degli asset nei momenti più delicati della storia familiare e aziendale. Già nel 1996, l’Avvocato avviò il passaggio delle quote al nipote John Elkann, segnando con largo anticipo la direzione strategica della successione.

Oggi, il capitale della Dicembre – pari a 103 milioni di euro – è suddiviso tra John, Lapo Elkann e Ginevra Elkann, con John che detiene una quota del 60% e il pieno controllo operativo del gruppo. Il funzionamento della Dicembre è tanto essenziale quanto strutturato: la società detiene una partecipazione nella Gianni Agnelli B.V., Holding con sede nei Paesi Bassi, che a sua volta controlla Exor N.V., la cassaforte finanziaria attraverso cui la famiglia gestisce le proprie partecipazioni.

Tramite Exor, la governance Agnelli sovraintende a realtà di rilevanza globale come Ferrari, Stellantis, Juventus e altri asset strategici. L’intero impianto è rafforzato da clausole statutarie vincolanti: le quote della Dicembre possono essere trasferite solo tra discendenti consanguinei o soggetti già titolari di azioni della Gianni Agnelli B.V., impedendo ogni dispersione del potere all’esterno del perimetro familiare.

La Società Semplice non è solo una soluzione fiscale: è una forma avanzata di governance patrimoniale, capace di garantire stabilità, protezione e continuità nel tempo. Un modello che dimostra come la pianificazione giuridico-strategica possa trasformare il passaggio generazionale da rischio a leva competitiva.

Non serve un impero per pianificare come un Agnelli. Serve visione. Continua la lettura e scopri come trasformare anche la tua struttura patrimoniale in un sistema di protezione e continuità.


JOHN ELKANN E IL CONTROLLO STRATEGICO NEL MODELLO AGNELLI

Se la Dicembre Società Semplice rappresenta la struttura fondante del modello Agnelli, John Elkann ne incarna la visione e la tenuta strategica. Grazie a una precisa architettura societaria e a una pianificazione iniziata decenni prima, Elkann è oggi in grado di esercitare un controllo solido e non contendibile sull’intero gruppo, senza dover ricorrere a strutture complesse o opache.

La sequenza che va dalla Dicembre alla Gianni Agnelli B.V., fino a Exor N.V., è un esempio di ingegneria patrimoniale lineare, ma potentissima. Alla base di tutto, vi è un sistema di governance blindata: le quote della Dicembre sono intestate solo a soggetti ben definiti e protette da clausole statutarie che impediscono l’ingresso di terzi non legati alla linea familiare. A monte, il capitale è concentrato: John Elkann detiene il 60% della Società Semplice e, attraverso un sistema di voto ponderato, governa Exor e tutte le sue partecipazioni strategiche.

Non è un caso che, nei momenti di turbolenza finanziaria o successoria, il gruppo Agnelli-Elkann abbia sempre trasmesso all’esterno un’immagine di continuità e stabilità. Questo perché, al di là del valore degli asset, ciò che rassicura mercati e investitori è la presenza di una leadership chiara, tutelata da regole scritte e da assetti societari inattaccabili.

In un’intervista, John Elkann ha affermato: “Il nostro obiettivo è sempre stato quello di preservare e far crescere il patrimonio di famiglia, con la consapevolezza che una solida governance è fondamentale per garantire la continuità delle aziende e il benessere delle future generazioni.”

Dietro questa affermazione c’è molto più di una visione. C’è una regia. E quella regia è fondata su strumenti che chiunque, con le giuste competenze, può applicare anche a patrimoni di dimensioni più contenute: assetto chiaro, governance blindata, concentrazione del controllo, protezione delle quote, sostenibilità fiscale e capacità di adattarsi nel tempo.


SOCIETÀ SEMPLICE: SCUDO STRATEGICO PER IL PATRIMONIO

La protezione patrimoniale non è una prerogativa delle grandi dinastie industriali. Al contrario, è spesso nelle famiglie imprenditoriali di medie dimensioni che l’assenza di una struttura giuridica solida si trasforma in un punto di vulnerabilità. Ed è proprio qui che la Società Semplice può fare la differenza: uno strumento essenziale, ma straordinariamente efficace se costruito con metodo e visione.

Nel modello Agnelli, la Società Semplice rappresenta il primo anello della catena di controllo. In contesti meno complessi, può svolgere una funzione ancora più versatile: separare il patrimonio personale da quello aziendale, blindare gli immobili familiari, proteggere la liquidità, razionalizzare la detenzione di partecipazioni, governare il passaggio generazionale. Il tutto con una struttura leggera, non soggetta a obblighi contabili né al fallimento.

Questa flessibilità, unita alla possibilità di personalizzare ogni clausola dello statuto, rende la Società Semplice una delle soluzioni più efficaci nella pianificazione patrimoniale. A differenza di altri strumenti, non richiede capitali elevati, non è vincolata a oggetti sociali rigidi e può essere plasmata attorno agli obiettivi specifici del suo fondatore.

Numerose figure di rilievo hanno scelto proprio questa struttura per la gestione del proprio patrimonio: Mario Draghi con la Serena Società Semplice, Marco Tronchetti Provera con la MGPM, ma anche molte famiglie imprenditoriali, professionisti con esposizione al rischio, ereditieri che desiderano preservare l’equilibrio tra rami familiari.

Ma la differenza non la fa lo strumento in sé. La fa la qualità con cui viene progettato. Una Società Semplice costruita con superficialità non è una soluzione: è un rischio in sé. Solo un atto costitutivo scritto su misura, in grado di integrare regole ereditarie, governance, fiscalità e dinamiche personali, può trasformarla in un vero scudo patrimoniale.

Ed è in questa fase che il ruolo dell’advisor si rivela centrale: leggere tra le righe delle esigenze del cliente, tradurle in clausole efficaci, anticipare i rischi e costruire una struttura che duri nel tempo e funzioni nei momenti critici. Perché proteggere un patrimonio non significa conservarlo. Significa costruire attorno ad esso una regia, capace di resistere, adattarsi e tramandare.


PERCHÉ LA FAMIGLIA AGNELLI HA SCELTO LA SOCIETÀ SEMPLICE

La Dicembre Società Semplice non è un semplice veicolo societario: è una scelta identitaria. È lo strumento che ha permesso alla famiglia Agnelli di governare il proprio patrimonio senza dispersioni, mantenendo riservatezza, solidità e controllo intergenerazionale.

Ma perché adottare proprio una Società Semplice? Perché, a differenza di altre forme, offre massima discrezione, assenza di pubblicità contabile, protezione da aggressioni esterne, e una straordinaria flessibilità nel gestire partecipazioni, immobili, liquidità e quote aziendali.

La struttura è minimalista in apparenza: pochi soci, un capitale contenuto, un atto costitutivo scritto con precisione chirurgica. Ma al suo interno si cela il vero potere: le regole statutarie che blindano la trasmissibilità delle quote, il legame diretto con la Gianni Agnelli B.V., e la centralizzazione dei diritti di voto che controllano Exor, la holding quotata con partecipazioni in Ferrari, Stellantis e Juventus.

Il modello Agnelli dimostra che la Società Semplice, se pensata con visione, può reggere e dirigere interi sistemi patrimoniali, senza appesantimenti strutturali. E se funziona per un impero, può funzionare anche per patrimoni molto più contenuti – a condizione che la struttura sia scritta intorno alla storia, ai rischi e agli obiettivi di chi la adotta.

Qui entra in gioco il ruolo dell’advisor: trasformare un contenitore in una strategia, dare un ordine giuridico alla visione del cliente, anticipare scenari e proteggere le intenzioni. La Società Semplice non è mai solo una forma. È una forma che deve obbedire a una logica superiore.


STRATEGIE FISCALI PER IL PASSAGGIO GENERAZIONALE

Nel trasferimento del patrimonio da una generazione all’altra, la fiscalità gioca un ruolo determinante. Una Società Semplice ben strutturata non solo protegge gli asset, ma consente di ottimizzare il carico fiscale legato alla successione, evitando dispersioni di valore e conflitti tra eredi.

Tra le soluzioni più efficaci rientra l’affrancamento delle partecipazioni: una tecnica che consente di riallineare il valore fiscale delle quote al valore di mercato mediante perizia giurata, con applicazione di un’imposta sostitutiva agevolata. Questo strumento consente di neutralizzare plusvalenze latenti e ridurre in modo significativo l’imposizione in caso di trasferimento o cessione.

Altrettanto rilevante è la valutazione iniziale del patrimonio, spesso trascurata. Conferire beni in una Società Semplice senza una perizia indipendente significa rinunciare a una pianificazione efficiente. Partecipazioni, immobili, liquidità, collezioni: ogni asset deve entrare in struttura con un valore fiscalmente sostenibile e coerente con gli obiettivi successori.

A fianco di questi strumenti giuridico-fiscali, la Private Insurance rappresenta una leva strategica per l’ottimizzazione patrimoniale. Tramite una polizza vita lussemburghese o irlandese, è possibile integrare asset mobiliari in un contenitore assicurativo riservato, con benefici in termini di segregazione, risparmio successorio e continuità nella gestione.

Strumenti diversi, un’unica regia. Solo se coordinati con precisione, questi meccanismi trasformano la fiscalità da costo a leva di trasmissione. La differenza non è nel codice civile, ma nella visione con cui viene progettata la struttura. Perché pianificare la successione non significa aspettare un evento, ma governarlo in anticipo.


IL FUTURO DELLA PROTEZIONE PATRIMONIALE

Oggi la pianificazione patrimoniale richiede adattamento continuo. L’evoluzione delle normative fiscali, la digitalizzazione degli asset, l’aumento dell’esposizione internazionale e le nuove sensibilità familiari rendono indispensabile un approccio dinamico. Proteggere i beni oggi significa anticipare il contesto di domani.

Anche le strutture più efficaci – come la Società Semplice – non sono immutabili: vanno mantenute vive, aggiornate, adattate. È questo il vero insegnamento che si trae dai modelli più evoluti, come quello Agnelli: non basta costruire una governance, bisogna governarne l’evoluzione.

Nei prossimi anni, le riforme fiscali italiane ed europee introdurranno nuove regole su imposte di successione, trasferimenti transfrontalieri e valorizzazione patrimoniale. Chi detiene immobili, partecipazioni o asset finanziari dovrà saper aggiornare le proprie strutture, per evitare carichi fiscali non sostenibili o situazioni difficilmente reversibili.

Parallelamente, emerge il tema della sostenibilità patrimoniale: non solo ambientale, ma economica, fiscale e generazionale. Gli equilibri tra figli, rami familiari, soci e investitori richiedono strumenti sempre più precisi: clausole statutarie raffinate, diritti di voto personalizzati, veicoli assicurativi internazionali, soluzioni fiduciari ad alta compliance.

In questo scenario, la Società Semplice resta uno strumento estremamente valido, ma deve essere accompagnata da una regia competente. Serve una manutenzione strategica del suo statuto, l’integrazione con strumenti più recenti e la capacità di interpretare l’evoluzione normativa con anticipo. La pianificazione non è un documento: è un processo, e come ogni processo va seguito, rivisto, adattato.

Proteggere il patrimonio non significa conservarlo, ma costruirne la continuità. Il futuro appartiene a chi costruisce oggi una struttura in grado di restare efficace, anche quando il contesto cambia.


CONCLUSIONI

Il modello Agnelli, incarnato dalla Dicembre Società Semplice, rappresenta uno dei più efficaci esempi europei di protezione patrimoniale e successione aziendale, dimostrando come una struttura giuridica essenziale possa sostenere, nel tempo, imperi industriali e patrimoni complessi. La forza di questo modello non è nella dimensione, ma nella precisione con cui viene costruito: un atto costitutivo pensato su misura, una governance blindata, e una strategia intergenerazionale che unisce controllo, riservatezza e visione.

Leggi anche: “Intervista a Matteo Rinaldi sul perchè cresce l’interesse per la Società Semplice”- Finanza.com

L’adozione della Società Semplice consente di valorizzare il patrimonio nel lungo periodo, garantendo stabilità, efficienza fiscale e continuità familiare, anche in contesti di mercato instabili. Grazie a strumenti fiscali avanzati e a una valutazione attenta degli asset, questa struttura si dimostra ideale non solo per grandi gruppi, ma anche per piccoli imprenditori, professionisti e famiglie patrimonializzate che vogliono prevenire rischi e trasmettere ricchezza in modo intelligente e sicuro.

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Con l’evoluzione delle normative fiscali e la crescente attenzione alla governance sostenibile, la Società Semplice è destinata a svolgere un ruolo centrale nella gestione patrimoniale del futuro. È uno strumento che evolve con il contesto, si adatta alle esigenze del suo fondatore e offre una piattaforma solida per affrontare con lucidità il passaggio generazionale.

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In un contesto globale dove i rischi patrimoniali sono sempre più sofisticati, tutelare il proprio patrimonio non è più un’opzione, ma una responsabilità strategica. Una pianificazione patrimoniale evoluta consente non solo di proteggere gli asset da minacce esterne, ma anche di ottimizzare la fiscalità e garantire continuità familiare e controllo intergenerazionale.

Matteo Rinaldi, advisor patrimoniale con Master in Avvocato d’Affari e specializzazione in Family Office, è riconosciuto in Italia per la sua creatività giuridica nella progettazione di strutture evolute. Con base a Milano, uno dei principali centri finanziari europei, affianca imprenditori e famiglie complesse con una visione globale e soluzioni su misura.

La consulenza, sempre riservata e su incarico diretto, si rivolge a chi gestisce patrimoni rilevanti e desidera una regia strategica completa: dalla protezione degli asset alla pianificazione successoria, fino all’ottimizzazione internazionale. Ogni progetto inizia con un’analisi approfondita per identificare vulnerabilità, migliorare l’efficienza fiscale e rafforzare la governance patrimoniale.


🛡️ Protezione patrimoniale – Creazione di strutture giuridiche solide per segregare gli asset, ridurre l’esposizione e ottimizzare la fiscalità.
🛡️ Passaggio generazionale – Trasferimento ordinato del patrimonio con governance efficace, evitando conflitti familiari.
🛡️ Espansione internazionale – Strutturazione fiscale e societaria per proteggere e sviluppare asset in più giurisdizioni, mantenendo pieno controllo.


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